Bitcoin: bolla speculativa o occasione di una vita?

Flavia Provenzani

14/12/2017

Il bitcoin è in una bolla speculativa o è un’occasione che capita una volta nella vita?

Bitcoin: bolla speculativa o occasione di una vita?

Il bitcoin è sotto una bolla speculativa o rappresenta invece una delle occasioni di investimento migliori degli ultimi anni?

Nell’ultima settimana il prezzo del bitcoin ha superato i suoi massimi storici vicini ai 17.500 dollari per unità ed oggi più che mai appare naturale chiedersi se il bitcoin sia sotto un’enorme bolla speculativa.

Nessuno vuole essere sul “lato sbagliato” di una bolla, lo scoppio delle dot.com alla fine del 1999 ha dato una lezione a molti. E per il bitcoin esistono vari motivi per cui rimanere cauti. Non c’è una regolamentazione, non c’è una banca centrale che gestisce il tutto, non esiste una vera garanzia del suo valore.
Nonostante tutti questi possibili campanelli d’allarme, il bitcoin piace e in molti difendono con forza il suo ruolo di valuta alternativa.

Anche se dietro troviamo un alto livello di determinazione di parametri direttamente da una macchina, il Bitcoin non è immune alle leggi della natura umana. La gente da sempre impazzisce quando analisti e trader ipotizzano che il valore di qualcosa "può solo salire".

Intanto un recente sondaggio del WSJ sembra non lasciare scampo. Il consiglio sul Bitcoin proveniente dagli economisti intervistati dal Wall Street Journal parla chiaro: state lontano dalle criptovalute.
Il 96% degli economisti - 51 su 53 - ritiene che il Bitcoin sia in una bolla speculativa. Sono solo in due a ritenere che i recenti guadagni non facciano parte di un’ondata speculativa.

Bitcoin e bolle speculative: la premessa

Storicamente, le bolle speculative sono difficili da individuare in tempo reale. Sì, se il prezzo di un asset scende del 50 per cento, con il senno di poi possiamo dire con una certa sicurezza che era sotto bolla speculativa.
Quando il bitcoin è salito da 1 dollaro a 100 dollari in molti iniziarono già a parlare di bolla, tanto più quando la quotazione è passata da 100 a 1.000 dollari. Ma la domanda continua ad essere superiore all’offerta, tanto da portare il bitcoin ad un rialzo stellare per il 2017.
Il che solleva una domanda: di quale domanda e di quale offerta stiamo parlando?

Sul fronte dell’offerta è più facile rispondere: i bitcoin vengono estratti da computer attraverso calcoli algoritmici estremamente complessi. Il costo di produzione lascia un ampio margine rispetto alla quotazione attuale, il che spiega la continua nascita di nuovi miners e di nuove criptovalute.
Esistono due aspetti che distinguono l’offerta del bitcoin da quella dell’oro e che aiutano a spiegare la sua performance come criptovaluta: prima di tutto, l’emissione di nuova moneta è mantenuta costantemente stabile e, in ultimo, il concetto originario dei creatori del bitcoin vuole che l’offerta totale mondiale della criptovaluta arrivi e non superi i 21 milioni di unità. Ad oggi siamo a 14 milioni.

Cosa succederà quando verrà raggiunto il numero massimo previsto?
Una domanda interessante per i teorici della moneta, specialmente quelli all’interno delle mura delle banche centrali mondiali dove non esiste limite alla quantità di dollari, euro e yen che possono essere coniati.

Tempo fa le valute emesse dalle banche centrali erano sostenute dall’oro, e prima ancora dall’argento, ma questo sistema arcaico è stato rimosso definitivamente il 15 agosto 1971, e da quel momento il dollaro è crollato fino a valere un sesto di quanto facesse all’epoca.
Quindi, in un certo senso, la domanda di bitcoin può essere spiegata semplicemente dal desiderio di molti di avere una moneta che non può essere compromessa dai politici e dalle banche centrali, la cui offerta è limitata e la cui difficoltà di creazione diventa sempre più dura, piuttosto che con dei principi economici classici.

Bitcoin sotto una bolla speculativa?

In attesa che la SEC si pronunci nuovamente sulla creazione di un ETF sul Bitcoin dopo la nascita dei futures, rivediamo alcune regole fondamentali dell’economia comportamentale. E le stesse regole che si applicano al bitcoin valgono per qualsiasi mercato, in particolare quello azionario.

Gli spiriti animali superano il senso logico
Quando qualcosa è oggetto di speculazione, ci sono più persone che scommettono piuttosto che persone che investono. Se si investe in un titolo azionario alla maniera di Warren Buffett, ad esempio, lo si mantiene in portafoglio per anni per raccogliere i frutti dell’apprezzamento e i dividendi.
La speculazione è in gran parte basata sulle emozioni, o su quelli che Keynes chiamava "spiriti animali". Una mentalità da gregge non si concentra quasi per nulla sui valori relativi, se uno strumento è troppo caro.

Una mentalità da casinò
Ma a meno che non si sia dotati di chiaroveggenza e di una straordinaria capacità di calcolare statistica e probabilità, è molto difficile "battere il banco". Nessuno può conoscere come andrà il prossimo giro o quali carte gli capiteranno. Si può solo immaginare.

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Il linguaggio delle bolle speculative
Ogni volta che qualcuno vuole difendere un investimento speculativo, vengono dette frasi come "questa volta è diverso" o "non è come la bolla degli immobili o dei titoli tecnologici".
Ma queste frasi rischiano di darci solo un isolamento emotivo. La realtà è che tutto ciò che è oggetto di speculazione ha un lato negativo.

Uno degli esperti mondiali in bolle speculative - Prof. Robert Shiller, vincitore di un premio Nobel e economista a Yale - ha dichiarato che il bitcoin "è un esempio straordinario di una bolla" nel 2014. Shiller è autore del classico “Euforia irrazionale”, il libro che svela tutte le dinamiche sulle bolle speculative delle dot.com e del mercato immobiliare immobiliare.

Il modelli di valutazione tradizionali non funzionano
Due modi per valutare i prezzi delle azioni è guardare al rapporto prezzo-utili (P/E) o al prezzo-valore contabile (P/B). Questi ci dicono, a colpo d’occhio, se un titolo è un affare o ha un prezzo troppo alto. Qual è il rapporto P/E per il Bitcoin? Come facciamo a sapere se la quotazione è sopra o sottovalutata?

Si sono verificati quattro grandi aumenti/crolli nella valutazione del Bitcoin negli ultimi anni. Uno di questi cali è stato addirittura del 93%. Riuscite a immaginare di perdere così tanto investendo in un fondo comune, in obbligazioni o su un singolo titolo azionario?
Qualsiasi vera strategia di investimento implica conoscere il suo possibile svantaggio. Se tutto è visto come positivo, allora è pura speculazione.

Se è vero che sul bitcoin non dovrebbero essere applicate direttamente le misure tradizionali utilizzate sul mercato azionario - parliamo proprio di mele e arance - non si può fuggire dal fatto che il bitcoin è immerso in un mare di speculazione e che è ancora uno strumento fumoso per la maggior parte di noi.

Bitcoin: il nodo della regolamentazione

E se uno dei punti forti del bitcoin - la mancanza di una regolamentazione centralizzata - stesse invece ostacolando la crescita della criptovaluta più conosciuta ed utilizzata al mondo?
Sono direttamente le società miners emittenti di bitcoin, soprattutto le nuove nate nell’Europa occidentale, a insistere che il mercato venga regolamentato - e le autorità potrebbero presto accontentarle.

Il mercato, senza regolamentazione, è confuso, così come l’organizzazione aziendale dei miners: quando si cambiano Bitcoin in Euro non deve essere pagata l’IVA sul valore del Bitcoin, ma piuttosto la commissione.
In Europa non abbiamo ancora un disegno di regolamentazione della criptovaluta, data anche l’ardua burocrazia delle norme anti-riciclaggio.

I primi a dare una scossa sono stati i giapponesi, che attirano così un forte afflusso di nuove startup sul bitcoin grazie al contesto imprenditoriale stabile e ad una chiara regolamentazione.

L’Europol (Ufficio di Polizia Europeo) non ama l’anonimato del Bitcoin, anche se gioca un ruolo importante l’ignoranza in materia dato che la criptovaluta non è veramente anonima - si possono tracciare le transazioni e seguirle. Il problema è non sapere esattamente chi controlla questi portafogli.

Alcuni paesi considerano il bitcoin come una materia prima, altri lo considerano una valuta e altri ancora lo ritengono un asset sconosciuto, il che fa variare il regime fiscale che dovrebbe essere applicato.

La tecnologia Blockchain è pronta a ri-disegnare il mondo che conosciamo. Secondo gli esperti questa tecnologia rivoluzionerà le industrie della finanza, della moda, il governo e la sanità, e molte altre. Nonostante offra enormi opportunità, è ancora nelle sue prime fasi e rimane molto da esplorare per comprendere quale sarà il futuro che andremo o a costruire

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