ISIS. Tre città di Paesi diversi sono state colpite da attacchi terroristi nel corso della settimana passata. Lo Stato Islamico è ancora una minaccia per la sicurezza internazionale?
Allerta terrorismo in tutto il mondo.
Baghdad, Dacca e Istanbul: la scorsa settimana tre città di Paesi diversi sono state colpite da attacchi terroristi sferrati probabilmente dall’ISIS.
Il terrorismo psicologico è ai massimi livelli e in un momento di vacanze estive e partenze accende anche i riflettori sulla sicurezza degli aeroporti.
Gli attentati hanno inferto un duro colpo alla sicurezza internazionale, aumentando i timori sulle effettive capacità dei militanti jihadisti e sollevando molti interrogativi su quale sarà il prossimo obiettivo sensibile.
Ma lo Stato Islamico può ancora considerarsi una minaccia mondiale? Ripercorriamo gli eventi in Iraq, Bangladesh e Turchia per comprendere a che punto siamo nella lotta al terrorismo di Daesh.
ISIS, terrorismo islamico: una settimana di terrore
I massacri della scorsa settimana dimostrano che lo Stato Islamico ha stabilito cellule in tutto il mondo e che è ancora in grado di sferrare attacchi efferati, nonostante le sue recenti battute d’arresto sul campo di battaglia.
Poiché l’ISIS ha subito perdite ingenti nel corso degli ultimi due anni nelle operazioni militari più convenzionali, il gruppo estremista si sta concentrando sulla guerriglia e sul terrorismo.
E’ emerso che il numero dei combattenti stranieri è ormai in declino e dal punto di vista dello Stato Islamico questi ultimi sono attacchi disperati.
Va detto che hanno successo nel pratico e questo gli darà probabilmente diritto per organizzare altri assalti, anche perché più disperato lo Stato islamico diventa, più il gruppo farà affidamento su chiunque per portare avanti le sue strategie, anche dilettanti.
ISIS: attacco a Baghdad
Domenica a Baghdad è avvenuto attentato suicida nel centro commerciale della capitale irachena nel quartiere centrale di Karrada. E’ stato presto rivendicato dall’ISIS e si tratta del più mortale attacco in un anno e uno dei peggiori in più di un decennio di guerra e di insurrezione. Ma cosa dice su come sta cambiando la strategia dello Stato Islamico?
Il gruppo militante è stato spinto fuori del territorio che controlla in Iraq e Siria e ha fatto ricorso ad attacchi terroristici convenzionali contro obiettivi civili. L’attentato in cui hanno perso la vita 75 civili arriva dopo che le forze irachene appoggiate dagli Stati Uniti hanno ripreso Falluja, una città a circa 35 miglia ad ovest della capitale, riconquista che ha segnato una grande sconfitta per l’organizzazione terroristica.
ISIS: ostaggi in Bangladesh
Sabato con un assedio di 10 ore si è concluso il sequestro di 20 ostaggi in un ristorante nel cuore del quartiere diplomatico della capitale Dacca. 9 gli italiani morti nell’attacco, mentre la polizia ha ucciso 6 terroristi coinvolti nell’operazione.
Lo Stato islamico ha stabilito una presenza massiccia in Bangladesh, un Paese prevalentemente musulmano, dove il gruppo è stato in grado di farsi strada sfruttando il malcontento delle popolazioni locali e approfittandosi dei governi deboli, ma come si colloca questo attentato nella situazione attuale?
L’attentato sembra segnare un’escalation di violenza che ha come obiettivo principale gli stranieri.
I militanti che hanno preso il ristorante erano ben preparati e armati di fucili, bombe e grandi coltelli o spade, che come ha detto la polizia sono stati utilizzati per torturare alcuni ostaggi o mutilare i loro corpi una volta morti.
ISIS: kamikaze all’aeroporto di Istanbul
Risale a Mercoledì la strage all’aeroporto di Ataturk ad Istanbul, dove tre attentatori suicidi si erano fatti esplodere nella zona adiacente al terminal dei voli internazionali.
La crescente minaccia terroristica aumenta il rischio di destabilizzare la Turchia, membro della NATO e alleato degli Stati Uniti nella guerra contro lo Stato islamico.
Che peso ha l’attacco nel Paese di Erdogan?
La Turchia è da più di un anno molto vulnerabile al terrorismo, senza contare che la sua posizione strategica la pone come un ago della bilancia fondamentale nella risoluzione del conflitto.
Un clima accomodante ha permesso un’ampia mobilitazione jihadista in seno al suo territorio, ora nel mirino di attacchi e rappresaglie vendicative da parte dell’ISIS dopo lo schieramento contro l’organizzazione terrorista di Erdogan, ora nella coalizione internazionale in lotta contro Daesh.
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