INPS, visite fiscali dipendenti pubblici: ecco le nuove regole per gli statali, lotta all’assenteismo

Vittoria Patanè

04/05/2015

Approvata la delega che cambia le regole per le visite fiscali dei dipendenti pubblici. Da oggi saranno effettuate dall’INPS. Ecco come si configura la lotta all’assenteismo nel pubblico impiego

INPS, visite fiscali dipendenti pubblici: ecco le nuove regole per gli statali, lotta all’assenteismo

La Riforma della Pubblica Amministrazione ha ricevuto il primo ok dal Senato. Con essa, è stata approvata anche la delega al Governo che prevede l’attribuzione dei controlli relativi alle visite fiscali sui dipendenti pubblici all’INPS. Lo scopo del testo è quello di garantire una vigilanza più efficiente e combattere l’assenteismo che attanaglia il pubblico impiego.

L’emendamento firmato dal Relatore Giorgio Pagliari (Partito Democratico), stabilisce all’articolo 13 della delega, proprio il passaggio delle mansioni all’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale. L’Esecutivo così un "Polo Unico " gestito dall’INPS che avrà il compito di occuparsi delle visite fiscali e dei certificati medici sia dei dipendenti della Pubblica Amministrazione che di quelli privati. Ricordiamo che fino ad oggi, la verifica e il controllo delle visite fiscali del pubblico impiego sono appannaggio delle ASL.

Con l’approvazione della Delega dunque, il Governo intende riorganizzare:

"le funzioni in materia di accertamento medico-legale sulle assenze dal servizio per malattia dei dipendenti pubblici, al fine di garantire l’effettività del controllo, con attribuzione della relativa competenza all’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale".

Inps, visite fiscali dipendenti pubblici: le nuove regole
Come detto in precedenza, Visite fiscali e certificati medici verranno gestiti dall’INPS. Ciò comporta che sarà proprio l’Istituto guidato da Tito Boeri razionalizzare le risorse attualmente utilizzate per lo stesso fine dalle PA. Le categorie di lavoratori statali interessate dal cambiamento saranno:

- militari e forze dell’ordine;
- insegnanti;
- dipendenti della PA e degli enti locali;
- personale delle ASL.

La delega prevede inoltre che le visite fiscali verranno effettuate dai medici iscritti nelle liste speciali ad esaurimento istituite con il decreto del 2013 sul pubblico impiego (Dl 101/2013). E’ infatti stato inserito nelle suddette liste il personale medico che alla data dell’entrata in vigore del DL 101 risultava presente negli elenchi istituiti dal decreto legge n. 463 del 1983, il quale stabiliva che l’INPS avrebbe dovuto stabilire presso le proprie sedi delle liste formate da medici, a rapporto di impiego con pubbliche amministrazioni e da medici liberi professionisti, cui demandare il compito di effettuare i controlli e le visite fiscali e dei quali gli istituti previdenziali o i datori di lavoro si sarebbero serviti.

La misura è stata accolta con qualche polemica da sindacati e opposizioni. La Cgil commenta infatti che:

"questo vuol dire ammettere che le Asl certificano male e comunque se l’Inps è in grado di farlo va bene, ma non credo che sia quello il punto. Bisognerà capire come fare, è un cambiamento che avrà bisogno di misure di un certo tipo, per esempio l’assunzione di molti medici. Se l’Inps è in grado di farlo vedremo".

La CGIL sottolinea inoltre una differenza fondamentale tra i dipendenti pubblici e quelli privati. I primi infatti, iniziano a ricevere meno soldi in busta paga già a decorrere dal primo giorno di malattia:

"questo un fatto discriminatorio e che comunque ha portato a una riduzione dell’assenteismo già a partire dal 2008".

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