Cos’è un Hard Fork, come funziona ed esempi più famosi

Fintastico

23 Luglio 2018 - 17:20

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In ambito blockchain e criptovalute si sente parlare sempre più spesso di fork e hard fork: cos’è, come funziona, rischi, opportunità ed esempi famosi in questa guida.

Cos’è un Hard Fork, come funziona ed esempi più famosi

Il mezzo con cui correggere errori e migliorare? Un’opportunità per i trader? Uno strumento di difesa e controllo? Nell’ambito delle criptovalute, i fork sono tutto questo e ancora di più. Ma andiamo con ordine e cerchiamo di capire il contesto e gli sviluppi possibili di questo tema.

Fork e Hard Fork: contesto e consenso

Ci sono stati degli episodi particolari che hanno fatto balzare agli onori della cronaca il fenomeno degli Hard Fork, come ad esempio l’attacco informatico al DAO di Ethereum (giugno 2016) o la nascita di Bitcoin Cash (agosto 2017). Episodi nella cui gestione sono centrali i concetti di libertà e autodeterminazione, possibili grazie al contesto in cui sono avvenuti, ovvero la tecnologia blockchain che è alla base dell’ecosistema delle criptovalute.

Questo protocollo software è costituito da un insieme di codici informatici che servono come regole predefinite per la rete. In pratica la blockchain è un insieme di blocchi (pacchetti di dati) che trasportano dati registrati permanentemente sulla rete, collegati come se fossero anelli di una catena, non a caso si parla di block (“blocco”) chain (“catena”). Fondamentale è capire che si tratta di un software open source, e questo significa che i codici informatici sottostanti sono gratuiti e disponibili per chiunque possa visualizzarli, ispezionarli e utilizzarli.

Visto che Bitcoin è una rete decentralizzata, i partecipanti alla rete devono concordare un insieme comune di regole per convalidare le transazioni, al fine di raggiungere un consenso. Questo si traduce in una singola catena di dati verificati che tutti concordano essere corretti.

Perché il Fork?

Quando la catena si spezza in due, vuol dire che si è verificato un “Fork”. La traduzione letterale è proprio “biforcazione”, e calato nel contesto della blockchain il Fork rappresenta dunque un “cambiamento” consapevole nel codice originario (o precedente) della valuta virtuale, che permette di arrivare alla definizione di una nuova versione della blockchain, pur con una storia condivisa con la precedente valuta.

Perché si modifica un codice e si verifica un Fork? Essenzialmente per permettere l’aggiunta di nuove funzionalità per migliorare la rete o per la modifica di una regola di base del protocollo (come l’aumento della dimensione del blocco).

Differenze Hard e Soft Forks

A seconda della retrocompatibilità o meno, i fork si distinguono in Hard e Soft.

Un Soft Fork è un aggiornamento software retrocompatibile con le versioni precedenti: quindi anche chi non ha eseguito l’upgrade al nuovo software sarà comunque in grado di partecipare alla convalida e alla verifica delle transazioni, mantenendo la compatibilità con la rete. Potrebbe esserci qualche problema di funzionalità, tanto che possiamo dire che i Soft Fork rappresentano un meccanismo di aggiornamento graduale in quanto coloro che devono ancora aggiornare il proprio software sono incentivati a farlo o rischiano di avere funzionalità ridotte.

Gli Hard Fork sono invece aggiornamenti software non compatibili con le versioni precedenti. Quando avviene un Hard Fork, quindi, la blockchain alla chiusura di un determinato blocco si dividerà in due parti dando vita a una nuova catena soggetta a regole diverse da quella originaria, e quest’ultima non verrà intaccata in alcun modo. Le due catene coesisteranno contemporaneamente ma tutti i partecipanti dovranno eseguire l’aggiornamento al nuovo software per continuare a partecipare e convalidare nuove transazioni.

Hard Fork pianificata o legata a contenzioso

L’Hard Fork si differenzia poi in base alla motivazione per cui avviene il cambiamento permanente.

Pianificato: è un aggiornamento del protocollo già indicato nella roadmap del progetto sin dall’inizio o una risoluzione di un bug. Poiché si tratta di un aggiornamento per migliorare le funzionalità della blockchain, l’intera community, guidata dagli sviluppatori principali, passerà alla nuova catena. Ciò comporterà la morte della vecchia catena, in quanto non ha senso che qualcuno la sostenga a causa della mancanza di incentivi. Pertanto, ciò non comporterà la creazione di una nuova moneta.

Legato a contenzioso: se manca il consenso da parte dei nodi che tengono in “vita” la blockchain allora, se questi hanno token a sufficienza per creare una nuova catena (e nella loro prospettiva una migliore), potrebbe avvenire un Hard Fork.

Hard Fork: esempi concreti

Un esempio di Hard Fork pianificato è Byzantium di Ethereum. Introdotto attraverso la roadmap di Ethereum nel 2015 sotto il nome di Metropolis, questo upgrade fondamentale per la criptovaluta ha incontrato qualche problema, portando l’aggiornamento a essere diviso in due fasi, Byzantium (avvenuta nell’ottobre 2017) e Costantinople (non c’è ancora data di rilascio precisa). Byzantium era un fork pianificato con pochissimi cambiamenti, e c’è stato pochissimo disaccordo all’interno della community circa i meriti dei cambiamenti del codice incluso all’interno dell’aggiornamento. Rappresenta un potenziamento della base blockchain di Ethereum per una migliore scalabilità e l’integrazione delle transazioni private.

Un tipico esempio invece di Hard Fork legato a contenzioso è Bitcoin Cash. L’Hard Fork e la creazione della nuova valuta è avvenuto nell’agosto 2017 perché una parte della community voleva aumentare la grandezza del blocco, incrementata da 1 MB a ben 8 MB, per aumentare il numero di transazioni che la rete può di volta in volta elaborare e riducendo quindi le commissioni pagate dagli utenti.

Anche Ethereum è stato protagonista di un Hard Fork legato a contenzioso. I questo caso la causa scatenante è stato un attacco informatico verificatosi in una delle loro applicazioni (denominata DAO). Una parte minoritaria della comunità era filosoficamente contraria a cambiare la blockchain ad ogni costo, per preservare la sua natura di immutabilità. Così mentre gli sviluppatori principali di Ethereum e la maggior parte della sua comunità andavano avanti con l’Hard Fork, la minoranza non ha aggiornato il software continuando a estrarre quello che è ora noto come Ethereum Classic (ETC).

Monete spin-off

Litecoin, Namecoin, Peercoin: ecco alcune delle nuove criptovalute nate come Hard Fork di Bitcoin. Poiché il protocollo di Bitcoin è open source, chiunque può infatti visualizzare il codice di base e apportarvi modifiche per creare una nuova moneta con nuove funzionalità.

La filosofia dell’Hard Fork

Rischio o opportunità? Ampliamento di mercato o piuttosto cause di instabilità? Gli Hard Fork sono un aspetto inevitabile della criptovaluta e un diritto della comunità, in linea con i principi del decentramento e del codice open source con cui Satoshi ha creato e rilasciato Bitcoin. Le Fork, più che come strumenti di speculazione o forme di “tradimento” (come sono state in alcuni casi interpretate) sono da considerare, in alcuni casi, come delle opportunità di miglioramento del software originale. E sono, soprattutto, il modo in cui la comunità si assicura di avere sempre una voce: investitori e minatori hanno fatto infatti ricorso a questa modalità nel caso in cui si trovassero in disaccordo con il team di sviluppo della moneta.

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