La guerra economica in Europa in 5 grafici

Violetta Silvestri

19 Marzo 2022 - 11:26

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La guerra ucraina si sviluppa su più fronti: quello drammatico a livello militare e umanitario e l’altro di tipo economico, con l’Europa in prima linea. In 5 grafici

La guerra economica in Europa in 5 grafici

In Europa si continua a ragionare sul bilancio attuale e potenziale della guerra in Ucraina.

Se, infatti, nelle città assediate dall’invasione russa si fanno soprattutto i conti delle perdite umane e della distruzione, nei Paesi europei gli effetti collaterali secondari del conflitto pesano. Anche sulle prospettive future.

Per capire quanto il nostro continente è coinvolto nella situazione, tra shock energetico e rallentamento economico, si possono osservare 5 grafici elaborati da Ispi.

In Europa c’è una guerra economica: cosa aspettarsi?

Europa in guerra economica: cosa succede in 5 grafici

La crescita economica dell’Europa nel mirino con la guerra in corso in Ucraina. L’impatto c’è stato, innanzitutto con lo shock energetico e la grave incertezza sulle forniture di importanti materie prime che provengono proprio da Russia e Ucraina.

Tutto questo, come ha specificato anche l’OCSE in un suo rapporto, avrà effetti sulla ripresa innanzitutto europea, così esposta a Mosca per gas e petrolio. Le previsioni sul PIL del continente si stanno indebolendo, come evidente nel primo grafico (elaborazione Ispi su dati BCE):

Impatto della guerra su PIL europeo Impatto della guerra su PIL europeo

La prima settimana di conflitto avrebbe già fatto diminuire la stima di crescita per il 2022 dello 0,5%, ma le cose potrebbero peggiorare. Prezzi energetici alle stelle, nuovi colli di bottiglia con il Mar Nero bloccato e investimenti frenati da una crisi finanziaria, potrebbero tradursi in una contrazione fino al 2023.

Il grande terremoto con la guerra russa si è palesato nel settore delle materie prime. Il grafico sottostante (Ispi-Indici di Borsa) è chiaro su questo punto: i prezzi sono schizzati dinanzi alla grave e improvvisa novità di una carenza di approvvigionamento dalla Russia. Meno gas, stop all’acquisto di petrolio russo, vendita di nickel da Mosca più incerta e grano ucraino fermo hanno rivoluzionato le commodities. Anche il carbone, dinanzi all’incertezza energetica, si è impennato.

Se si parte da un livello 100 al 24 febbraio, i prezzi sono balzati verso picchi record:

Materie prime, prezzi dal 24 febbraio Materie prime, prezzi dal 24 febbraio

Con le dinamiche della guerra e delle sanzioni verso la Russia, nello scenario più pessimistico potrebbe verificarsi uno shock del petrolio? Una domanda lecita, considerando che nel caso estremo di una esclusione totale dal mercato della quota di greggio russo (con compratori che indietreggiano per le sanzioni), l’effetto sarebbe di un -7,5% di petrolio nel mondo.

L’impatto sarebbe forte, come nel grafico di seguito, che mette in comparazione le varie crisi energetiche (Ispi-BP):

Shock petrolio Shock petrolio

Ci si chiede anche quali Paesi risentono di più di uno stop delle attività economiche, finanziarie e commerciali con il partner russo. In Europa, la Russia non è tra le nazioni favorite per investimenti. Basti pensare che l’export comunitario in Russia è pari allo 0,6% del PIL UE e lo stock totale di IDE al 2,3%. Tuttavia, alcuni Stati sono più esposti, come si legge nel grafico (Ispi-Eurostat-UNCTAD-Banca centrale russa):

Investimenti ed export in Russia Investimenti ed export in Russia

Infine, uno sguardo a una delle conseguenze economiche della guerra più discusse: la stagflazione. Siamo in uno scenario di prezzi elevati e bassa o negativa crescita?

Con un’inflazione che rischia di superare il 7% e una domanda che potrebbe essere schiacciata da prezzi troppo elevati, la minaccia non è inverosimile. L’ipotesi (la peggiore per l’Europa) è così rappresentata dal grafico Ispi-BCE:

Ipotesi stagflazione UE Ipotesi stagflazione UE

Tutto questo è il preludio di una economia di guerra per l’Europa?

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