Grecia: perché c’è ancora l’inflazione?

Erika Di Dio

27 Gennaio 2013 - 14:00

Grecia: perché c’è ancora l’inflazione?

I tassi di inflazione dei prezzi in Grecia sono attualmente nel range di 0.8%-2%.

La nuova banca emersa dalla disgregazione della travagliata Hellenic Postbank inizialmente assumerà tutto il personale del vecchio istituto di credito, ma offrirà dimissioni volontarie nel tentativo di ridurre i costi del personale del 30%.
L’ultima storia naturalmente non è specifica per una singola impresa, ma è comune in Grecia nel corso degli ultimi anni.

È strano pensare a quante persone fanno finta di capire cosa stia succedendo qui. Se la Grecia si trovasse in un più intenso periodo di deflazione dei prezzi, la situazione sarebbe molto più chiara. Come si può cercare di spiegare questi fatti disparati?

  • Il vero tasso di inflazione è molto più basso, infatti c’è la deflazione, a causa di segnalazioni distorte nel CPI (indice dei prezzi al consumo) della Grecia, che sta mettendo molta fiducia in numeri che noi non conosciamo, e in più non spiega perché i numeri registrati mostrano ancora una certa pressione verso l’alto.
  • Per motivi di adeguamento strutturale, la Grecia avrebbe bisogno di un grande taglio dei salari reali, ma la domanda aggregata si sta mantenendo ad un livello stabile.
  • Si potrebbe fare un tentativo con una maggiore e prolungata domanda aggregata, ma i prezzi sarebbero comunque in aumento.
  • I prezzi sono fissi, la domanda aggregata è in calo, ma questo ancora non spiega perché i prezzi continuano a salire a poco a poco e inoltre è gravemente in contrasto con l’effettiva letteratura empirica sulla vischiosità dei prezzi (molto trascurata nella blogosfera dovrei aggiungere), che non è neanche lontanamente così forte come la vischiosità dei salari.
  • Ci sono multipli equilibri, e la Grecia si sta muovendo dalla percezione di avere "quasi i livelli di fiducia e cooperazione dell’Europa Occidentale" a quella di avere "i livelli di fiducia e cooperazione dei Balcani" e questo sta provocando un calo dei salari reali e degli investimenti. Ho giocato con questa ipotesi in passato, ma sarei il primo ad ammettere che è altamente speculativa.

Vi è un enigma simile per alcune delle economie dell’eurozona e anche, in misura molto minore, per gli Stati Uniti nel corso degli ultimi anni.

Traduzione italiana a cura di Erika Di Dio. Fonte: Marginal Revolution

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