GRECIA, CRISI - George Papandreou può ancora contare su una fragile maggioranza socialista per adottare il suo nuovo piano di austerità, respinto da sempre più greci e oggetto della protesta dei sindacati, che hanno indetto uno sciopero di 48 ore.
La crisi finanziaria e istituzionale in Grecia si sta trasformando in una vera crisi politica. Il Partito Socialista (PASOK) al potere è più diviso che mai. Due settimane fa, due deputati socialisti, membri della “famiglia”, hanno indirizzato una lettera aperta al Primo Ministro George Papandreou. Martedì, tre ministri (Diamantopoulou, ministro dell’Istruzione, Loverdos ministro della Salute, e Ragoussis, ministro degli Interni), hanno fatto lo stesso.
I cinque chiedono un’accelerazione delle riforme, mostrando più coraggio e volontà politica, anche se il costo delle elezioni promette di essere pesante. Non sarebbe troppo difficile annuire di fronte alle manifestazioni e alle denunce da parte di corporazioni e sindacati, ma "uno sforzo collettivo di solidarietà da parte di alcuni membri del governo sarebbe molto più convincente soprattutto se si basasse su politiche di giustizia focalizzate su una migliore distribuzione dei sacrifici e di limitazione della spesa pubblica, piuttosto che sull’ennesima riduzione dei salari e delle pensioni", scrive l’editorialista Richard Someritis, nelle colonne del giornale di centro-destra “Kathimerini”.
Se c’è ancora tempo, Richard Somaritis, ritenuto vicino al Pasok, suggerisce di affrontare in modo risoluto le questioni legate alle spese per la difesa, e chiede "di porre fine alla non imposizione della Chiesa ortodossa, di ridurre lo stile di vita del presidente e dei membri del Parlamento e di rendere trasparente l’utilizzo dei famosi crediti segreti del Dipartimento degli affari esteri".
I Greci, che manifestano nelle strade da settimane non chiedono altro, e attaccano lo Stato, simbolo di un potere inefficace e ingannevole, occupando da giorni diversi ministeri. I sindacalisti del DEI, la compagnia elettrica prossima alla privatizzazione, occupano gli uffici incaricati di stampare le bollette su cui saranno aggiunte le nuove imposte sulla proprietà. "Non diventeremo gli esattori dello Stato", ha tuonato Martedì Georgos Fotopoulos, leader del Movimento delle assemblee popolari.
Inoltre, all’interno del PASOK, molti membri rifiutano la politica di austerità in vigore da diciotto mesi. Lunedi notte, Thomas Robopoulos si è dimesso.
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Il suo vice, che lo sostituisce, voterà Giovedì il nuovo piano di austerità, ma la maggioranza parlamentare dio cui dispone George Papandreou si riduce a soli 154 deputati su 300. Il premier sa anche che in caso di elezioni anticipate, almeno il 30% di tali deputati non ritroverà la propria poltrona. Quindi ci sono poche possibilità che il governo cada questo Giovedì. Per quanto riguarda il governo di unità nazionale che George Papandreou aveva chiesto, l’opzione è esclusa in considerazione del profondo disaccordo con i conservatori.
Alla fine, la situazione politica rimane estremamente tesa. Ma è soprattutto al di fuori del parlamento che si sollevano i timori di un confronto violento. Le montagne di spazzatura accumulatesi nelle strade, ormai da due settimane, sono altrettanto combustibile e proiettili a disposizione dei manifestanti più radicali. Il 5 ottobre, diversi manifestanti e almeno sei giornalisti sono stati gravemente feriti.
Intrappolata nel terzo anno di recessione e strangolata da un debito pubblico pari al 162 per cento del prodotto interno lordo, che pochi ormai credono il Paese possa ripagare, la grecia è sprofondata nella crisi più profonda, nonostante le ripetute dosi di austerità.
La strategia da parte dei leader europei per garantire un accordo di salvataggio prevede nuove misure per ridurre il debito della Grecia, il rafforzamento del capitale delle banche con esposizione a paesi in difficoltà della zona euro e un rafforzamento del fondo di salvataggio della zona euro.
Papandreou ha promesso di resistere alle pressioni che si sollevano dalle strade e di dimostrare la determinazione della Grecia a voler salvare se stessa.
"Tutte queste persone che stanno ricattando e paralizzando l’intero paese, occupando edifici, riempiendo le strade con rifiuti, impedendo gli accessi ai porti, al Partenone, devono spiegarci se questo ci sta aiutando a stare in piedi", ha ammonito Papandreou.
Il pacchetto di austerità mescola profondi tagli alle retribuzioni del settore pubblico e alle pensioni, aumenti fiscali, una sospensione degli accordi contrattuali di settore, e la rottura del tabù costituzionale contro il licenziamento dei dipendenti pubblici.
Un primo voto, sul disegno di legge complessivo, si terrà Mercoledì sera, con una seconda votazione sui singoli articoli attesa per Giovedi.
Gli istituti di credito internazionali, che stanno fornendo i fondi ad Atene perchè il Paese possa rimanere a galla dopo essere stato tagliato fuori dai mercati obbligazionari l’anno scorso, hanno manifestato insofferenza per la lentezza delle riforme, mentre la Grecia mancava il suo obiettivo di bilancio.
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