I dati sulla tragedia greca continuano a far tremare: una disoccupazione ultra-record che a Novembre è salita al 27%, il livello peggiore registrato in tutto il continente, quella registrata per i giovani tra i 18 e i 25 anni arrivata alla cifra spaventosa del 61,7%. In un mese, sono andati persi oltre 30mila posti di lavoro, una cifra pari a mille al giorno e secondo uno studio condotto dal Gsee, il maggior sindacato del settore privato, alla fine dell’anno saranno 3,9 milioni su 11 le persone che vivranno con un misero budget pari a soli 7.200 euro di reddito annuo.
Per il momento, quindi, la ripresa sembra rimandata totalmente al prossimo anno; infatti, il ministro delle finanze Yannis Stournaras ha promesso, "Il prossimo anno il paese tornerà a crescere".
Barlume di speranza
Pochissimi i segnali positivi, ma fra questi ricordiamo soprattutto i dati relativi al turismo, che registrano un miglioramento: infatti, le prenotazioni per la primavera 2013 sono in rialzo al 15-20%. È ancora lunga però la strada da percorrere prima dell’uscita dal tunnel della recessione.
Papandreou respinge le accuse
Intanto, dopo mesi di silenzio, l’ex premier socialista che era stato più volte accusato di essere stato responsabile del coinvolgimento del Fondo Monetario Internazionale nella crisi economica della Grecia, ha deciso di parlare e lo ha fatto con un documento dal titolo ’’Abbattiamo 15 miti’’. Tra le varie dichiarazioni di Papandreou, riportiamo:
Non è vero che la Grecia ha aderito al meccanismo di sostegno europeo a causa di certe dichiarazioni che avrebbero fatto salire lo spread dei titoli di stato ellenici. Questo è successo a causa di una realtà economica lasciata in eredità dal governo di Nea Dimokratia di Costas Karamanlis.
Dure anche le parole che, in maniera velata, l’ex premier rivolge a Samaras:
Oggi in Grecia, si sta realizzando quello di cui per due anni l’opposizione non ha voluto nemmeno sentir parlare: trovare un accordo interpartitico per portare avanti le riforme. La Grecia è l’unico fra i Paesi che hanno aderito al meccanismo di sostegno che non ha fatto questo sin dal primo momento. Tutti gli altri Paesi hanno subito trovato un minimo di collaborazione interpartitica. Ciò è costato molto alla Grecia; è costato tempo prezioso, forza negoziale, ed è costato denaro: nella fase più critica del programma, il Paese ha perso almeno un anno, ha fatto due volte ricorso alle elezioni anticipate, ha cambiato tre primi ministri, per arrivare ad approvare un pacchetto di misure economiche molto più pesante di quello che sarebbe stato approvato se non avessimo perso tutto quel tempo.
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