Governo Draghi, per il Recovery Fund necessaria la riforma della Pubblica Amministrazione

Riccardo Lozzi

30 Marzo 2021 - 18:15

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Per la riuscita del Recovery Plan in Italia è necessaria la riforma della Pubblica Amministrazione. Ecco perché il Governo Draghi non deve fallire questa opportunità.

Governo Draghi, per il Recovery Fund necessaria la riforma della Pubblica Amministrazione

Dopo anni in cui l’Italia è stata tra le osservate speciali dalle istituzioni per il timore di un’eccessiva spesa pubblica, in seguito alla crisi pandemica da Covid-19 e l’attivazione del Next Generation EU la situazione si è totalmente capovolta.

Ad oggi il più grande timore dei Paesi membri e della Commissione è che il Belpaese non riesca a spendere i 209 miliardi di euro di risorse del Recovery Fund, di cui è il maggior beneficiario del blocco comunitario, per rilanciare la propria economia interna.

Infatti, l’Italia, la quale rappresenta la terza economia dell’Eurozona, negli anni ha utilizzato una piccola percentuale dei fondi europei a disposizione, risultando tra i peggiori Stati a livello di spesa e al di sotto della media dell’UE.

Per tale ragione, negli ultimi mesi, diversi economisti hanno lanciato l’allarme sulla possibilità che la gran parte dei soldi tornino indietro e non vengano messi in circolo, individuando nella Pubblica Amministrazione il più grande ostacolo per la riuscita del piano di ripresa economica. Secondo gli osservatori, quindi, Mario Draghi ha un’occasione unica per riformare la burocrazia italiana che non deve lasciarsi scappare.

Riforma della Pubblica Amministrazione fondamentale per il Recovery Fund

Si può dire che in Italia la riforma della Pubblica Amministrazione sia un argomento che si presenta a cadenza regolare nel dibattito dell’opinione pubblica, con i partiti politici pronti a rilanciarlo in ogni campagna elettorale.

Tuttavia il Governo Draghi sembra contare su maggiori mezzi per cambiare le cose, grazie ad una serie di circostanze favorevoli mai presentatesi tutte insieme.

Innanzitutto l’ex presidente della BCE viene considerato da gran parte dei concittadini come una delle personalità di maggior rilievo del Paese, grazie soprattutto a quanto dimostrato nei suoi anni a Francoforte, ed è appoggiato da quasi tutte le forze presenti del Parlamento, tranne Fratelli d’Italia.

I leader dei principali partiti italiano hanno quindi compreso che i 209 miliardi di euro del Recovery Fund giocano un ruolo fondamentale anche per il loro consenso in vista delle prossime elezioni, e potrebbero essere così incentivati nell’appoggiare pienamente un cambiamento radicale.

L’occasione unica del Governo Draghi

Draghi sembrerebbe essere pienamente conscio del problema, avendo recentemente dichiarato che nel periodo 2014-2020, dei 47,3 miliardi di euro messi a disposizione dall’Unione Europea, poco più di 3 miliardi sono stati effettivamente spesi, ovvero solo il 6,7%.

Dei 647 progetti presentati nel 2017, infatti, due terzi non hanno superato nemmeno la metà del loro processo di realizzazione, a causa anche dell’inefficienza della Pubblica Amministrazione, aspetto che posiziona l’Italia al 58° posto della classifica Doing Business della Banca Mondiale sulla facilità di fare impresa.

A causa di una serie di eventi, tra cui il raggiungimento dell’età pensionabile di diversi dipendenti pubblici, la PA dovrà assumere nel prossimo futuro circa 300.000 nuove figure al proprio interno.

Rispetto al passato, il Governo Draghi potrebbe privilegiare il reclutamento di uno staff con un maggiore grado di preparazione, composto magari da laureati con un’esperienza all’estero, in linea con gli obiettivi della transizione digitale ed ecologica fondamentali nel Recovery Plan.

Il presidente del Consiglio dovrebbe inoltre provare a svecchiare il personale, che presenta al momento un’età media di 50,7 anni e di cui il 17% è costituito da over 60 e solamente il 3% da under 30.

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