Le tre good bank potrebbero essere cedute a Ubi nel primo trimestre del 2017. Intanto Cariparma discute col Fondo interbancario per CariFerrara, Rimini e Cesena.
Le tre good bank nate dalle ceneri di Banca Etruria, Banca Marche e CariChieti potrebbero ufficialmente passare nelle mani di Ubi nel primo trimestre del 2017. Prima di passare all’acquisto, però, la banca guidata da Victor Massiah ha preteso una rigorosa pulizia dal bilancio dei crediti deteriorati dei tre istituti salvati esattamente un anno fa.
All’operazione di deconsolidamento di circa ⅔ dei Non performing loans, pari a 3,7 miliardi lordi, tramite cartolarizzazione, dovrebbe prendere parte Atlante 2, lo strumento guidato dalla Quaestio Sgr di Alessandro Penati, che avrà il compito di immettere nel mercato i crediti deteriorati acquistati.
Al momento a Piazza Affari il titolo Ubi si muove in territorio positivo a +2,19% attestandosi a quota 2,15 euro per azione.
Good bank: il destino di CariFerrara
CariFerrara, la quarta good bank, non finirà tra le braccia di Ubi. Cariparma-Credit Agricole potrebbe dar vita a un polo emiliano-romagnolo acquistando in blocco l’istituto ferrarese insieme a CariRimini e CariCesena.
La banca guidata in Italia da Giampiero Maioli finora ha smentito ogni indiscrezione al riguardo, spiegando che l’unico dossier sul tavolo era quello per l’acquisto di Pioneer, l’asset manager messo sul mercato da Unicredit.
Cariparma discute con Fitd per il polo emiliano-romagnolo
Stando agli ultimi rumors, Cariparma avrebbe iniziato una discussione informale con il Fondo interbancario di tutela dei depositi sulle tre casse di risparmio dell’Emilia Romagna. A riferirlo è una fonte anonima citata dall’agenzia Reuters, secondo la quale
“C’è una discussione ancora in corso con Cariparma per usare il fondo volontario, che ha una dotazione di 700 milioni, per ricapitalizzare CariFerrara e le altre (CariRimini e CariCesena)”.
Stando a quanto è stato riportato dal Messaggero lo scorso 16 novembre, Cariparma avrebbe subordinato l’interesse per le tre banche a una preventiva ricapitalizzazione da parte del Fondo interbancario, il quale dovrebbe farsi anche carico dei crediti deteriorati.
L’edizione del Corriere Economia del 21 novembre scrive che CariCesena necessiterebbe di ulteriori 50-60 milioni di aumenti, mentre CariRimini avrebbe bisogno di altri 150 milioni. E sarebbero proprio le sofferenze rimaste ancora scoperte a frenare il capo italiano di Cariparma-Credit Agricole.
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