Goldman Sachs consiglia di non investire sulle commodity nel 2014

Nicola D’Antuono

28 Novembre 2013 - 08:15

La banca di investimenti americana Goldman Sachs ha una view negativa sulle commodity da qui a 12 mesi. Il rating sul comparto è stato abbassato a "underweight"

Goldman Sachs consiglia di non investire sulle commodity nel 2014

Gli specialisti in commodity della Goldman Sachs sono stati definiti in passato come i perma-bulls, "tori permanenti", ovvero instancabili sostenitori del boom delle materie prime come se fosse un trend indefinito e senza alcuna possibilità di assistere a uno stop.

In effetti da inizio secolo e fino allo scoppio della crisi finanziaria del 2008, le materie prime erano state uno degli asset più interessanti sui quali investire grazie al boom della domanda provenienti dai mercati emergenti, in particolare Cina e India. Poi qualcosa è cambiato, complice i problemi dell’economia globale e lo scoppio della bolla su alcune commodity che avevano corso davvero tantissimo.

Goldman Sachs quest’anno ha modificato la sua view su diverse materie prime fondamentali per il commercio internazionale, come il petrolio e l’oro. Lo scorso aprile suggerì apertamente di andare short sul metallo prezioso, affermando senza giri di parole che ormai il trend pluridecennale del bene rifugio era giunto al termine.

In effetti da quel momento l’oro ha iniziato una brusca discesa toccando addirittura quota 1.180 dollari l’oncia sul finire di giugno. Ora la banca d’affari newyorkese, tra le più influenti nel mondo finanziario, ha deciso di tagliare la raccomandazione a 12 mesi sul comparto delle materie prime a "underweight", ovvero sottopesare in portafoglio.

Ciò vuol dire che la banca americana consiglia di non investire più di tanto sulle commodity, facendo capire che c’è assolutamente di meglio per spuntare rendimenti elevati. La valutazione di breve termine sul settore resta "neutral", ma allargando l’orizzonte temporale degli investimenti la view diventa molto più negativa. In particolare Goldman Sachs si aspetta da qui a 12 mesi dei cali molto pesanti per oro, rame e semi di soia. Sull’oro è stato indicato qualche tempo fa un obiettivo intorno ai 1.000 dollari l’oncia.

La banca ritiene che l’appeal continuerà a diminuire, visto che sono attesi tassi di interesse reali crescenti nei prossimi mesi. E’ atteso in netto calo anche il rame, che dovrebbe pagare l’aumento dell’offerta su scala globale, mentre per i semi di soia ci sarà da fare i conti con l’aumento della superficie destinata alla coltivazione in Brasile.

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