Giorgio Napolitano: il Presidente che non voleva essere eletto

Vittoria Patanè

20/04/2013

Giorgio Napolitano: il Presidente che non voleva essere eletto

Con 738 voti a favore su 1007, Giorgio Napolitano è stato rieletto Presidente della Repubblica. Con una decisione che non ha precedenti nella storia e che sicuramente continuerà a suscitare scalpore nei giorni a venire (nessun Capo dello Stato era mai stato riconfermato al Colle per la seconda volta) i grandi elettori si sono così pronunciati.

Con buona pace del Movimento 5 Stelle e dei cittadini che continuano a protestare davanti a Montecitorio, Stefano Rodotà, come preannunciato, non ce l’ha fatta, stavolta l’alleanza tra PD e PDL ha vinto.

“La Democrazia è morta”, questo il commento di gran parte dei grillini che per giorni si sono battuti per far convergere le preferenze dei votanti sul Professore calabrese.

Ciò che colpisce di queste elezioni non è la scelta in sé, Napolitano ha già dimostrato di poter essere una figura capace di affrontare le situazioni più spinose e nel corso degli ultimi anni è diventato il punto di riferimento di un Paese allo sbando, pur prendendo delle decisioni a volte impopolari, ma il problema è che ciò che traspare dall’esterno è che i politici, eletti dai cittadini, abbiano confermato nuovamente la loro totale incapacità di saper ascoltare le voci del Paese e dello stesso Napolitano, il Presidente che non voleva essere eletto.

Non voleva essere Presidente

Più volte infatti, nel corso degli ultimi mesi, il Capo dello Stato aveva chiesto di essere lasciato in pace. Ad 88 anni e dopo 7 anni di mandato, non voleva più sobbarcarsi un onere tanto grande. Eppure ha dovuto farlo, a prescindere dalla sua volontà. Perché? Perché coloro che dovrebbero rappresentarci hanno dimostrato di essere incapaci di svolgere questo compito, perché le logiche di partito hanno prevalso sul bene del Paese e perché, ancora una volta, nei momenti critici, i nostri politici, hanno tradito il l’incarico per cui sono stati eletti.

Quale sarà il futuro del Paese?

Adesso sono in molti a chiedersi quale sarà il futuro dell’Italia. Un giorno come questo, in cui si sceglie chi rappresenterà il Paese di fronte al mondo, dovrebbe essere un bel momento di condivisione e orgoglio patriottico e invece verrà ricordando come l’ennesimo fallimento della nostra storia.

Napolitano dovrà affrontare una situazione difficilissima, cercando di ricomporre i pezzi di una Nazione allo sbando, provando a ridare un po’ di credibilità ad un Parlamento in cui i cittadini non hanno più fiducia e che vedono sempre più come un nemico e non come il luogo in cui si manifestano i loro diritti.

La prossima tappa importante avverrà a breve. Giorgio Napolitano dovrà scegliere, di nuovo, a chi e se dare l’incarico di formare un nuovo Governo. Dopo le dimissioni obbligate di Bersani, Massimo D’Alema e Giuliano Amato sono i nomi più gettonati.

I cittadini non possono far altro che attendere e sperare che questo periodo triste della storia politica dell’Italia passi in fretta. I politici? Beh, loro avranno sicuramente molto da fare per recuperare la fiducia persa e per dimostrarsi all’altezza del loro incarico, tenendo sempre presente che il loro compito non è far vincere un partito o un altro, imporre delle scelte poco condivise e criticabili, ma rappresentare gli italiani che li hanno eletti.

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