Il Giappone e le opportunità di investimento in esso nascoste sotto la lente d’ingrandimento di GAM.
In Giappone, i venti favorevoli che hanno fino ad ora sostenuto l’economia di Shinzo Abe continueranno a manifestarsi anche nel 2018.
Sull’argomento si sono pronunciati Ernst Glanzmann e Reiko Mito, entrambi responsabili di strategie azionarie di GAM per il Giappone.
I due esperti non hanno soltanto tentato di far luce su quanto accaduto nell’economia giapponese nel 2017, ma hanno altresì cercato di fornire un quadro chiaro di quelle che potrebbero essere le prospettive per gli investitori nel corso di questo nuovo anno.
Il 2017 del Giappone
I due strategist hanno fatto notare come nei primi sei mesi del 2017 lo yen si sia stabilizzato ad un livello più basso rispetto alle caute previsioni degli utili societari. I segnali di incoraggiamento da ciò derivanti sono stati accompagnati dalle buone performance dell’azionario, proseguite anche con l’arrivo della stagione autunnale.
Per gli analisti non c’è dubbio: il contesto citato è stato determinato da un “esito a lunga gittata” di quegli obiettivi socioeconomici rincorsi con l’arrivo al potere del primo ministro Shinzo Abe, nell’anno 2012. Il Governo, però, non ha lavorato in solitaria per garantire la ripresa dell’economia nipponica, ma è stato continuamente affiancato dalla Bank of Japan e dal governatore Kuroda.
Il miglioramento delle condizioni è risultato presto evidente - le cifre dell’industria del turismo sono raddoppiate negli ultimi 3 anni e i requisiti per i residenti stranieri si sono ammorbiditi.
I due esperti hanno posto l’accento sui cambiamenti verificatatisi nelle modalità di gestione delle società: il pricing power è tornato al livello di prodotto, mentre la volontà di abbracciare gli incrementi salariali è risultata più concreta (+2% negli ultimi tre anni fiscali). Tutto ciò ha lasciato emergere un miglioramento sostanziale nel sentiment di business del Giappone, che è arrivato a toccare i massimi degli ultimi 11 mesi.
A ciò si aggiungano poi le novità introdotte da Abe tramite il Codice di Corporate Governance che ha avuto l’obiettivo di incentivare la diversificazione dirigenziale delle imprese, il 99,6% delle quali fa oggi affidamento su direttori esterni.
Glanzmann e Mito hanno posto l’accento sulla vicinanza agli azionisti e sul ROE, oltre che sulla riduzione dell’aliquota della corporate tax che, attualmente al 29,7%, potrebbe determinare un incremento del capex con l’inizio del prossimo anno fiscale.
Le previsioni 2018
L’ottimismo dei due esperti nei confronti di questo 2018 appena iniziato è risultato chiaro. I due si sono detti “abbastanza bullish”, soprattutto in virtù di indicatori chiave in fase di crescita, valutazioni attraenti, numero di fallimenti ai minimi del 1990 e bassi tassi di interesse.
Nel 2018 la necessità sarà quella di salvaguardare la crescita degli utili,
“mentre si fanno strada la leva operativa (attraverso l’incremento delle vendite) e il miglioramento nell’efficienza dei costi (spronata dalla carenza di lavoro e che porta a rivedere sia le linee di produzione che la supply chain)”.
Ancora nel corso dell’anno, i picchi di prezzo bilanceranno in maniera soddisfacente l’aumento dei costi di personale, mentre il miglioramento delle attività di fusione e acquisizione potrebbe permettere di limitare l’impatto derivante dalla carenza di lavoro.
Nel 2018, tra l’altro, potrebbe essere incrementato l’utilizzo dei co-bots nel settore dei servizi - il riferimento è a tutti quei robot in grado di lavorare accanto agli esseri umani in condizioni di sicurezza.
Attenzione, poi, anche alle batterie allo stato solito, pronte a sostituire quelle a ioni di litio, e allo sviluppo degli speaker di intelligenza artificiale, che utilizzano la voce per cambiare le password.
Lo yen
Nonostante i venti favorevoli, gli esperti hanno evidenziato come le politiche mirate alla ripresa economica del Giappone siano state frenate dallo status di valuta rifugio che ha caratterizzato lo yen.
“Gli investitori solitamente pensano che il Giappone sia un Paese dove l’unica cosa in rialzo sia lo yen.”
I due analisti prevedono che gli investitori istituzionali andranno a neutralizzare il posizionamento “strutturalmente scarico” sul listino nipponico, in virtù di un cambio USD/JPY abbastanza stabile e di un azionario che viaggia sopra i massimi degli ultimi 20 anni.
Il Giappone, non soltanto continua a trarre vantaggio da un favorevole contesto societario, ma ospita anche alcuni dei maggiori leader globali sul fronte tecnologico, robotico, elettronico e della componentistica. Il suo azionario, tra l’altro, risulta meno caro rispetto a quello del resto del mondo, soprattutto il termini di prezzo/valore contabile.
Per i due esperti, le probabilità di osservare robuste performance anche nei prossimi anni, e prima di avvicinarsi ai record azionari del 1989, sono piuttosto ampie.
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