Giappone: BOJ resta ferma, borsa di Tokyo arranca. Yen riparte

Nicola D’Antuono

7 Ottobre 2014 - 08:41

Stanotte la BOJ ha comunicato che non saranno introdotte nuove misure di stimolo monetario all’economia giapponese. Giù la borsa di Tokyo, tonico lo yen

Giappone: BOJ resta ferma, borsa di Tokyo arranca. Yen riparte

Stanotte la Bank of Japan ha comunicato ai mercati che per il momento non ci saranno nuovi interventi di stimolo monetario per supportare l’economia del paese del Sol Levante. Tuttavia, il governatore Haruhiko Kuroda ha dichiarato che, se il tasso di inflazione non si riporterà al più presto intorno al target del 2% e vi si stabilizzerà, la BoJ è pronta a lanciare un nuovo round di allentamento monetario.

In Giappone l’economia è da tempo in balia delle politiche monetarie e fiscali shock implementate negli ultimi 18 mesi, che sono riuscite a far uscire il gigante asiatico dalla deflazione ma che allo stesso tempo hanno contribuito a dare vita a una vera e propria altalena nell’andamento del pil.

Sul forex lo yen si è mosso ancora in territorio positivo, complice anche le difficoltà evidenziate di recente da Wall Street e dai listini azionari continentali. Il tasso di cambio USDJPY, che il primo ottobre aveva toccato quota 110,08 ai massimi da oltre 6 anni, è in calo in area 108,50 dopo il rimbalzo fallito nel corso della sessione asiatica (prezzi respinti in area 109,20).

Giù anche il cross EURJPY, sceso nuovamente sotto 137 (toccato un minimo di giornata a 136,87), e GBPJPY che ha toccato un bottom intraday a 174,36. La forza dello yen ha favorito le vendite sulla borsa di Tokyo, dove l’indice azionario Nikkei-225 ha chiuso con una flessione dello 0,7% a 15.783 punti.

Sono risultati in rialzo, invece, i listini azionari di Hong Kong e Shanghai, nonostante il taglio delle stime di crescita sulla Cina da parte della Banca Mondiale. Le borse cinesi hanno beneficiato dei rumors relativi all’imminente merger nel settore delle materie prime tra Rio Tinto e Glencore. La World Bank ha comunque rivisto al ribasso le stime sul pil di Pechino al 7,4% dalla precedente previsione del 7,6% (il governo cinese ha un target del 7,5% per il 2014).

Il prossimo anno la crescita in Cina sarà ancora più debole: +7,2% anziché +7,5%. Nel 2013 il pil cinese è cresciuto del 7,7%. Secondo gli esperti dell’ente, la Cina soffrirà la riduzione degli investimenti e dell’attività manifatturiera, a seguito della battaglia che il governo dovrà portare avanti per combattere i problemi derivanti dall’espansione del sistema bancario ombra e del debito delle amministrazioni locali (senza contare la lotta all’elevato tasso di inquinamento nelle città).

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