Per mesi e mesi la Germania si è battuta contro il Quantitative Easing. Oggi, grazie ad esso, le stime di crescita per il 2015 raddoppiano a +2,1%
Grazie a petrolio e rallentamento dell’euro, la Germania ingrana la quinta verso una crescita doppia rispetto a quanto previsto in precedenza.
. Il think thank che pubblica l’indice IFO ha infatti modificato le stime sul Prodotto Interno Lordo tedesco, portandole dal +1,2% dello scorso autunno al +2,1% di oggi.
In altre parole: la Germania crescerà il doppio rispetto a quanto previsto solo pochi mesi fa. Il motivo lo spiega Timo Wollmershauser, analista dell’Ifo,
i bassi prezzi del petrolio stanno lasciando nelle tasche dei tedeschi più soldi da spendere, mentre l’euro debole sta facendo aumentare le esportazioni".
Il crollo dei prezzi del petrolio e l’indebolimento sull’euro causato dal quantitative easing e dal parallelo rafforzamento del dollaro stanno causando un’impennata dell’export dalla quale il PIL tedesco trarrà giovamento.
L’Ifo prevede inoltre che il tasso di disoccupazione di Berlino scenderà dal 6,7% al 6,3% nel 2015 e al 5,9% nel 2016. Le stime arrivano dopo la pubblicazione, da parte della Bce, delle previsioni contenute nel sondaggio Survey of Professional Forecasters, nel secondo trimestre.
All’interno del rapporto sono contenute anche le previsioni sul PIL dell’Eurozona: +1,4% per il 2015 da +1,1%, +1,7% (precedente +1,5%) nel 2016 e +1,8%(+1,7%) nel 2017.
Insomma, col senno di poi, la lotta senza quartiere mossa da Berlino contro il Quantitative Easing e lo stesso scetticismo diffuso in Germania appaiono quanto mai inopportuni e segnano l’ennesima vittoria di Madrio Draghi sui detrattori tedeschi. Come ampiamente previsto da altri, la Germania è il Paese che, al momento, sembra trarre più giovamento dal QE. A questo punto, saremmo veramente curiosi di sentire il commento del numero uno della Bundesbank Jens Weidmann, da sempre al comando del fronte anti-QE. Avrà cambiatio idea?
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