Da giugno 2016 le aziende che assumono tirocinanti con il programma Garanzia Giovani dovranno contribuire finanziariamente ai costi. Ecco quali sono i pro e i contro di questa novità.
I tirocini di Garanzia Giovani sono a carico dello Stato, ma ora anche le aziende che assumono dovranno partecipare alla quota degli stipendi. La garanzia di essere assunti per un tirocinio potrebbe essere messa a rischio da questa novità? O si tratta di una svolta positiva? Ecco cosa cambia per i giovani e le imprese.
Cambiamenti in arrivo per il programma Garanzia Giovani e per alcuni non si tratta di buone notizie. Il ministro del Lavoro Giuliano Poletti ha annunciato che il Piano europeo con cui Stato e Regioni si impegnano a trovare un’occupazione, sotto forma di apprendistato o tirocinio, ai giovani cambierà le regole sul piano dei pagamenti.
Sin dalla sua nascita Garanzia Giovani ha previsto che a pagare gli stipendi degli aderenti al programma fosse lo Stato grazie ai finanziamenti dell’Unione Europea, ma tra due mesi le cose cambieranno. Da giugno 2016, infatti, le imprese che daranno la loro disponibilità a inserire un giovane iscritto al programma dovranno contribuire al 40% ai costi del tirocinio.
Ma non è l’unica novità riguardo Garanzia Giovani: Poletti ha anche siglato un accordo con Microsoft per le assunzioni, il che fa ben sperare che il programma continuerà nel suo impegno di aiutare a trovare un posto di lavoro ai giovani inoccupati.
Garanzia Giovani 2016: tirocini a carico delle imprese
A partire da giugno 2016 i 500€ attuali che vengono pagati ai giovani tirocinanti che hanno aderito a Garanzia Giovani saranno spartiti tra Stato e imprese. Lo Stato si farà carico di 300€, mentre i restanti 200€ graveranno direttamente sulle case delle aziende.
La decisione del Ministero del Lavoro è stata presa per “evitare ogni forma di utilizzo improprio di abuso”, ha spiegato Poletti. Per cui le imprese che finora hanno goduto dell’opportunità di impiegare forza lavoro in modo totalmente gratuito non potranno più contare su una copertura pubblica al 100%.
Questa notizia da un lato potrebbe far paventare il rischio che le imprese saranno più restie ad aderire al programma se toccherà loro contribuire ai costi dei tirocini, ma dall’altra parte potrebbero invece decidere di investire di più sul tirocinante e porre fine al trend di “sfruttarlo” per 6 mesi e poi sostituirlo con un nuovo malcapitato. Ed è proprio questo l’obiettivo del Ministero.
Inoltre, il fatto che almeno una parte dei contributi debba essere sborsata dall’impresa potrebbe voler dire addio per i tirocinanti alle attese infinite agognando lo stipendio che non arriva mai.
Garanzia Giovani non si ferma: l’accordo con Microsoft
Poletti assicura inoltre che Garanzia Giovani, nonostante il flop di tirocini registrato, non si fermerà ma punta a crescere. In ragione di questo obiettivo il ministro ha siglato un accordo con Microsoft per incentivare l’autoimprenditorialità degli iscritti al progetto.
La collaborazione con la casa di Redmond, chiamata “BizSpark per Garanzia Giovani”, offrirà ai giovani iscritti che vogliono dar vita a un progetto imprenditoriale la possibilità di accedere gratuitamente ai percorsi formativi, alla consulenza tecnica, commerciale e manageriale, e alle risorse tecnologiche messe a disposizione da Microsoft.
Le startup che vogliono aderire al progetto devono avere i seguenti requisiti:
- non essere quotate in Borsa;
- essere impegnate nello sviluppo di un prodotto tecnologico o di un servizio software;
- essere in attività da meno di 3 anni;
- avere un fatturato annuo inferiore a 1 milione di dollari.
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