Mario Draghi farà tutto il possibile per salvare l’Euro, ma non sarà mai abbastanza. La moneta unica ha suscitato gli istinti più nazionalistici degli ultimi decenni.
Mario Draghi ha recentemente dichiarato che "l’euro è qui per restare", anche se ha poi aggiunto che "senza il mercato unico non c’è euro". È una buona sintesi della situazione attuale della moneta unica.
Non c’è il minimo dubbio che Draghi farà l’impossibile per mantenere a galla l’euro, ma la questione è che non dipende da lui.
L’euro è un progetto falsato che sarebbe dovuto arrivare quando le cose fossero state più stabili. In altre parole, come dice Draghi, "quando c’era un mercato unico."
Ma creare questo mercato unico è stato più difficile di quanto si pensava, perché non si tratta solo (ma anche) di un mercato unico per commerciare le carote, ma per tutto quanto il resto, dalla frutta e verdura ai prodotti finanziari.
E per questi ultimi, la legislazione principale è richiesta in inglese. Sia che siamo in Italia o in Spagna, il tutto è legiferato e giudicato da tribunali in lingua inglese, situati al di là dei nostri confini. Può una legge essere considerata democratica se non è votata tramite le usuali procedure parlamentari? Ora c’è un gran parlare della fine totale dell’Unione una volta per tutte, ma a volte sembra inimmaginabile.
Alcune difficoltà sono insormontabili, e molte di queste sono in relazione alla lingua. Gli italiani non sono rinomati nella loro fluenza nella lingua straniera. Ed è davvero curioso che la lingua ufficiale dell’UE sia quella dell’unico paese che sta per uscirne, sbattendo la porta in faccia a tutti gli altri.
Una nuova razza è in fase di preparazione, una che sa tutto ed è capace di manipolarci quanto vuole, mentre noi non conosciamo l’inglese e molte altre cose.
La mancanza di comunicazione tra i paesi della zona euro è proverbiale. I belgi preferiscono ancora comprare un asciugacapelli belga rispetto ad uno tedesco. I finanzieri sono già una razza arrogante e nessuno capisce quello che fa. La questione della preferenzialità è solo la prima di una lunga lista, che può essere spiegata con la distanza crescente tra chi amministra e chi viene amministrato.
Qualcuno ha messo il carro davanti ai buoi e spaventano gli atteggiamenti compiaciuti come quelli di Draghi - che ovviamente non controlla tutte le variabili importanti - che alimentano inevitabilmente una massiccia esplosione dell’euro, altrimenti destinato a soffocare fino alla morte, se gli dice bene. Invece di generare una sensazione di maggiore unione tra i cittadini, l’euro ha suscitato gli istinti più nazionalistici degli ultimi decenni.
Gli attacchi “elettorali” contro l’euro sono appena iniziati. Può essere che Marine Le Pen non riesca a vincere questa volta, ma il suo fallimento non farà rivivere l’euro.
Supporterà solo i mercati azionari, gli unici interessati nel breve termine. È difficile vedere un qualche cambiamento all’orizzonte di queste tendenze opposte: l’euro contro il nazionalismo.
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