Potrebbe chiamarsi "bonùs" la nuova moneta locale o complementare all’euro che sta per nascere in Francia, più precisamente a Nantes, in Bretagna. Si tratta di un progetto nato nel 2006, dagli studi di Massimo Amato, 48 anni, filosofo e professore di storia delle crisi finanziarie, e Luca Fantacci, 40, insegnate di storia e scenari economici internazionali alla Bocconi, insieme a Jean Marc Ayrault, il sindaco socialista della città, anche consigliere del presidente Francoise Hollande.
Qual è l’obiettivo?
La nuova moneta locale nasce in primo luogo per risolvere la questione dei debiti della pubblica amministrazione con le imprese. Infatti, il suo utilizzo interesserebbe i lavoratori, le imprese e i servizi pubblici come una sorta di camera di compensazione per contabilizzare gli scambi di acquisti e vendite eseguiti tra le imprese in un’unica contabilità chiusa. Lo scopo ultimo è quindi quello eliminare sia i crediti che i debiti, quindi portare nuovamente i conti a zero.
Uno dei due professori, Massimo Amato, parla di questa idea che si ispira alle teorie di Keynes, proposte a Bretton Woods nel ‘44; Amato dice,
Oggi siamo in un momento di crisi ancora più pesante di quanto fosse in quel dopoguerra ed è indispensabile trovare un equilibrio diverso. Bisogna cancellare la finanza e tornare a un sistema che si basi sull’economia reale, sulla produzione e sullo scambio di beni effettivi.
Altri esempi
Esiste già una moneta simile in Svizzera, il Wir, creato nel 1932 per superare la crisi del ’29; gli Stati Uniti ne hanno un centinaio e anche Germania e Spagna hanno adottato questa soluzione in diverse località, mostrando significativi effetti positivi sull’economia locale di riferimento.
Avrà lo stesso risultato in Francia?
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