Forza del dollaro, mercati emergenti e dove investire

Roberto Donzelli

27 Novembre 2021 - 18:00

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La forza del dollaro nel 2021 ha diverse implicazioni sulle scelte d’investimento. Quali sono le aree più avvantaggiate e quali quelle più penalizzate?

Forza del dollaro, mercati emergenti e dove investire

Non c’è dubbio che uno dei temi più importanti di questo 2021 è la forza del dollaro; contro l’euro in primis, ma in generale anche contro le altre valute.

Il biglietto verde ha fatto registrare nell’ultimo anno un minimo a fine dicembre 2020 e poi un altro minimo relativo (più alto del precedente) a maggio 2021. Da qui in poi, invece, è iniziata una rapida ascesa che ha portato il cambio contro l’euro da 1,21 all’attuale 1,13 circa (ricordiamo che più questo cambio scende, più vuol dire che il dollaro è forte contro l’euro).

Il rafforzamento del dollaro ha delle implicazioni non solo sull’economia reale, ma anche sui mercati finanziari. Alcune aree sono favorite, altre invece soffrono la forza del dollaro.

I perdenti: mercati emergenti

L’area che più perde dalla forza del dollaro è senza dubbio quella dei mercati emergenti. C’è un motivo specifico per questo: i Paesi Emergenti hanno ancora sistemi finanziari piuttosto arretrati rispetto a quello americano (ma anche rispetto a quello europeo);
i capitalisti di questi Paesi, quindi, tendono spesso a depositare la loro liquidità e in generale i loro investimenti a basso rischio in asset esteri, principalmente denominati in dollari.

Ovviamente, quando il dollaro è debole e magari i tassi USA sono bassi e in discesa, l’incentivo a investire in dollari per i capitalisti dei Paesi Emergenti è piuttosto basso. Ma quando il dollaro sale e i tassi USA salgono, allora i capitali che fuoriescono dai sistemi locali e vanno verso gli USA aumentano notevolmente.

Le autorità monetarie locali, per evitare una fuga di capitali e una crisi finanziaria/bancaria, sono quindi costrette ad alzare i tassi per rendere la valuta locale più appetibile. Questo, però, penalizza l’economia e la crescita economica.

Il risultato è che le imprese locali vedono aumentare i costi finanziari, che colpiscono i profitti. L’aumento dei tassi locali, poi, influisce anche sui rapporti P/E delle Borse nazionali.

Da qui la sottoperformance di quest’area. Nel 2021, infatti, mentre l’indice S&P500 in euro ha fatto quasi +40%, i mercati emergenti si fermano a +7,54%. Una differenza non da poco.

Chi vince con la forza del dollaro?

Naturalmente, per un perdente c’è un vincitore. E questo vincitore si chiama azionario USA.

I capitalisti dei mercati emergenti, come detto, con un dollaro forte sposteranno più volentieri i loro capitali in America e in titoli denominati in dollari. Lo stesso faranno gli investitori europei e quelli degli altri Paesi sviluppati.

Il risultato è che le Borse USA ricevono un notevole flusso di capitale aggiuntivo, con notevole vantaggio per le quotazioni dei titoli. E con i tassi bassi di questi mesi, i flussi si sono diretti principalmente sull’azionario.

Non è solo una cosa di oggi. Anche il grande boom degli anni ’90 si realizzò in concomitanza di un dollaro forte, soprattutto nelle fasi finali di fine decennio.

Forza del dollaro e investimenti

I cambi sono una delle aree dove è più difficile fare previsioni. Quindi è difficile dire se questa forza del dollaro continuerà. Al momento, però, il trend sembra ben definito e sostenuto anche da motivazioni fondamentali. Quindi, in questa fase è importante avere comunque una discreta parte del proprio portafoglio esposto agli USA, perché rappresenta senza dubbio l’area maggiormente favorita dalla situazione attuale.

Per contro, non è il caso di eccedere con i mercati emergenti, almeno fino a che non vedremo un cambiamento nell’andamento del dollaro.

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