Dopo la pubblicazione dell’Inflation Report, la sterlina ha iniziato a cadere sotto i colpi delle vendite aggiornando il minimo più basso da settembre 2013 in area 1,5650 dollari
E’ un momento molto difficile per la sterlina, che sui mercati valutari sta sperimentando un pesante calo nei confronti delle principali monete. A mettere in ginocchio la divisa di Sua Maestà sono le aspettative di un rinvio della stretta sui tassi di interesse da parte della Bank of England, a seguito della revisione al ribasso delle stime sulla crescita economica e sull’inflazione nel prossimo biennio.
Il Regno Unito crescerà quindi a un ritmo più basso del previsto e il primo ritocco verso l’alto al costo del denaro, attualmente fermo sul minimo storico dello 0,5%, potrebbe avvenire soltanto sul finire del prossimo anno. L’istituto monetario guidato dal canadese Mark Carney ha confermato di avere nel mirino la stretta sui tassi, ma ciò non vuol dire che ci sarà il primo incremento a stretto giro di boa.
La Banca d’Inghilterra deve fare i conti con aspettative di inflazione più basse del previsto e dinamiche salariali che ancora remano contro l’aumento dei tassi. Inoltre, prima di procedere alla stretta sul costo del denaro, l’istituto londinese dovrà preoccuparsi di mettere fine al programma di acquisto di asset (attualmente sempre invariato a 375 miliardi di pound all’anno) come avvenuto negli Stati Uniti (azzeramento del QE da 85 miliardi di dollari).
Questo mix di fattori macroeconomici avversi ha spinto pesantemente al ribasso la sterlina. Il tasso di cambio GBPUSD ha toccato il livello più basso degli ultimi 14 mesi a 1,5654 (vedi grafico a 1 ora in basso) e ora punta a confermarsi sotto la zona di supporto chiave di medio periodo di 1,57 per accelerare ulteriormente fino a 1,55 o anche più giù. Negli ultimi quattro mesi il Cable ha perso quasi il 10% del proprio valore. Il cross EURGBP, invece, è tornato in area 0,7950 e ora punta al test della resistenza di 0,8050.
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