Focus Banche Eurozona: le più interessanti dopo i conti 2018

Ufficio Studi Money.it

15 Febbraio 2019 - 17:55

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Il comparto creditizio italiano si dimostra il migliore a livello di performance rispetto a quello di Francia, Germania e Spagna. Vediamo cosa dice l’analisi dei multipli dopo la pubblicazione dei risultati dell’ultimo trimestre del 2018.

Focus Banche Eurozona: le più interessanti dopo i conti 2018

Con febbraio tutte le principali banche europee hanno alzato il velo sui conti del quarto trimestre e dell’intero esercizio 2018.

Le evidenze hanno messo in luce risultati contrastati. Se per gli istituti italiani il confronto con i risultati 2018 non è stato così disastroso come da molti temuto (clicca qui per approfondire), le aziende di credito degli altri Paesi hanno invece rivelato maggiori fragilità, soprattutto sotto il profilo della redditività e delle guidance sul 2019. Vediamo i dettagli.

Banche Eurozona: promossi e bocciati dopo i conti 2018

Trascorsa oltre una settimana dalla pubblicazione dell’ultima trimestrale, i tempi sono maturi per un primo bilancio. I termini comparativi utilizzati sono: performance del titolo in Borsa dopo i conti, ritorno sul dividendo proposto dal Cda a valere sull’esercizio 2018 (dividend yield) e rapporto fra prezzo e utili stimati (P/E) nel 2019 e 2020.

Elaborazione Ufficio Studi di Money.it

Osservando i dati, salta subito all’occhio come tra gli istituti extra-Italia considerati nell’analisi, solamente Commerzbank e Credit Agricole segnano una variazione percentuale positiva dalla data di pubblicazione dei conti ad oggi.

Per quanto riguarda le altre, si va dallo zero percentuale dell’olandese AMRO al -19,85% di SocGen, che lo scorso 17 gennaio ha lanciato un profit warning sugli utili.

Dividend Yield: Germania e Spagna sotto la media dell’Eurostoxx Banks

Dal punto di vista dei dividend yield, le banche più generose oltre a Intesa Sanpaolo sono quelle d’Oltralpe. SocGen offre infatti un ritorno sui dividendi pari al 9,25%, mentre quello di BNP Paribas è pari al 7,42%.

Ciò è possibile grazie alle elevate cedole nominali pagate dai colossi francesi, rispettivamente pari a 2,2 e 3,03 euro, le più alte tra le banche prese in considerazione in questa elaborazione. Poco distante Credit Agricole, che offre ai suoi detentori di azioni un corposo dividend yield del 6,89%.

Anche le banche olandesi presentano dividend yield interessanti: si va dal 6,30% di ING al 7,17% di AMRO. Quest’ultimo istituto è al quarto posto tra quelli europei (Italia compresa) per rendimento da dividendo più alto.

Sotto il profilo della remunerazione degli azionisti, gli istituti di credito tedeschi sono sicuramente i più “avari”, anche se Commerzbank è ritornata alla distribuzione degli utili dopo due anni di astinenza. Il dividend yield resta però relativamente basso al 3,14%.

Deutsche Bank è invece l’istituto con cedola e ritorno sui dividendi in assoluto più bassi tra quelli considerati.

Sotto questo profilo, la Spagna si colloca nel mezzo, con Santander, BBVA e Bankia che offrono rispettivamente un rapporto tra dividendi e prezzo del 5,52, 4,92 e 4,43 per cento. Meno elevato quello di Caixabank, che dispensa ai suoi azionisti un ratio tra cedole e prezzo pari al 2,39%, il secondo più basso d’Europa.

In generale, ad eccezione degli istituti francesi e alcuni di quelli italiani e olandesi, i dividend yield del settore creditizio di Germania e Spagna sono inferiori al 6,41% stimato da Bloomberg per l’indice Eurostoxx Banks.

Analisi fondamentale: P/E ratios, quali i più interessanti?

In termini di multipli il mercato sembra sovraprezzare ancora le banche tedesche, che nonostante i forti scossoni degli anni passati mostrano ancora dei P/E ratio molto alti.

Con un ratio di 12,14 Deutsche Bank è la banca più cara dell’Eurozona, ben al di sopra della media dell’Eurostoxx Banks che si attesta a 8,06. Il rapporto fra prezzo e utili stimati è più favorevole alle banche francesi, sia sul 2019 che sul 2020.

A conti fatti gli istituti di credito italiani risultano i più interessanti dal confronto combinato tra P/E e dividend yield, presentando profili che al momento appaiono più equilibrati in termini di sconto relativo rispetto ai peer e di ritorno sui dividendi.

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