Fisco: tasse locali aumentate del 500% in 20 anni. Ecco il risultato del "federalismo all’italiana"

Marta Panicucci

16 Luglio 2013 - 15:59

Fisco: tasse locali aumentate del 500% in 20 anni. Ecco il risultato del

Il problema non è, o almeno non solo, il tasso di imposizione fiscale delle regioni e dello Stato centrale. Il grosso problema della pressione fiscale in Italia è causato dalla totale incapacità dimostrata finora da tutti i governi di riuscire a coordinare i due gradini di tassazione: quello locale e quello statale.

La prospettiva politica per cui le regioni avrebbero dovuto incrementare il proprio grado di autonomia nella gestione delle entrate e delle uscite avrebbe dovuto al contempo garantire una sostanziale coerenza fiscale: aumenta l’imposizione regionale, diminuisce quella dello stato centrale. Ma a quanto pare in Italia non ha funzionato così e il risultato è che in 20 anni la pressione fiscale locale è salita del 500%. Il federalismo fiscale fatto "all’italiana" in sostanza ha prodotto una duplicazione e separazione delle funzioni e, allo stesso tempo, una duplicazione della tassazione tra stato centrale e locale.

boom di spesa

Partiamo dal 1992, anno in cui sono stati presentati e approvati i primi decreti che andavano in direzione del federalismo fiscale. In questo senso l’auspicio era quello di riuscire a coordinare e integrare i vari livelli di gestione delle imposte, principalmente quella centrale e quella regionale. Negli ultimi 20 anni le uscite primarie correnti delle amministrazione locali italiane sono salite mediamente da 90,5 miliardi a 205 miliardi, registrando quindi un incremento del 126%. Nel contempo anche la spesa delle amministrazioni centrali è cresciuta del 53% passando da 225 miliardi a 343,5 miliardi.

Di fronte ad un’esplosione di spesa locale e centrale di tale portata, i cui motivi sono molteplici e perennemente discussi, non deve sorprendere un altrettanto aumento delle tasse imposte ai cittadini. Sempre riferendosi all’arco degli ultimi 20 anni infatti si rileva che le imposte gestite direttamente dallo stato sono aumentate del 95%, passando da 186 miliardi a 362 miliardi, mentre quelle imposte sui cittadini dalle amministrazioni locali sono lievitate da 18 a 108 miliardi segnando un incremento record del 500%.

Analisi di Confcommercio

I dati che illustrano la situazione del sistema di tassazione italiano derivano da uno studio di Confcommercio realizzata in collaborazione con il Centro europa ricerche.

Il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, commentando i dati emersi dall’analisi ha sottolineato l’incompatibilità di tale aumento di imposizione con una speranza di ripresa economica.

Anche le valutazioni sull’imposizione locale confermano tristemente che ogni livello di governo contribuisce all’aumento della pressione fiscale. È l’ora di fare il tagliando anche alla riforma federalista, e la maturazione delle istituzioni e della politica in senso federale necessita oggi di una riflessione sulle strategie di completamento di questa grande riforma.

conclude il numero di uno dei commercianti.

Tasse e Pil

L’evoluzione disordinata del federalismo all’italiana ha portata ad un pericoloso gioco delle tre carte per cui le tasse aumentano a livello locale per coprire certe spese, e allo stesso tempo non si alleggeriscono a livello centrale. Agli inizi degli anni 90 la pressione fiscale regionale pesava sulle tasche degli italiani circa lo 0,7% del Pil; secondo gli ultimi dati disponibili riferiti alla tassazione del 2011 la percentuale è salita al 5,1%. A partire dal 2001, anno della riforma del titolo V ovviamente l’imposizione fiscale regionale era destinata a salite dal momento che, aumentando le competenze delle Regioni, queste necessitavano anche di maggiori entrate. Il problema sta però nel fatto che nello stesso periodo, ovvero nel 2001 le tasse che andavano direttamente nelle casse dello stato valevano 342,5 miliardi di euro, e nel 2011 invece di compensare la maggiore tassazione a livello locale con una diminuzione hanno toccato quota 445 miliardi.

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