Il Fiscal Cliff, l’evento più temuto degli ultimi mesi dai mercati e dalle economie mondiali, potrebbe essere meno catastrofico di quanto si pensi. C’è chi ha parlato persino di una montatura messa in atto per generare decisioni sull’onda del "panico da precipizio" e chi analizza la situazione in modo decisamente più equilibrato.
Per questo, abbiamo deciso di tradurre un abstract di un interessante editoriale di Tom Geoghegan, pubblicato su BBC News che riportiamo di seguito.
Cosa vuol dire Fisca Cliff?
Il Termine Fiscal Cliff è diventato ormai parte del lessico americano per descrivere l’imminente deadline per l’approvazione e la conseguente entrata in vigore di un piano di aumento delle tasse e tagli alla spesa. Ma da dove deriva questo termine? E, soprattutto, perché scegliere un’immagine così catastrofica per descriverlo?
Il così chiamato Fiscal Cliff, descrive l’automatico incremento delle tasse ed ingenti tagli alla spesa che avranno come termine ultimo il 1 Gennaio 2013, una combinazione che gli economisti affermano spingerà l’economia USA senza ombra di dubbio verso una pesante recessione, con conseguenze di proporzioni globali.
Il Congressional Budget Office ha stimato che l’econmia potrebbe contrarsi dello 0.5% nel 2013 e la disoccupazione potrebbe crescere fino al 9.1%.
La Casa Bianca e il Congresso stanno cercando di accordarsi su un pacchetto di misure che riescano a risparmiare il paese dal Fiscal Cliff. Lo stesso Bernanke, durante il discorso all’Economic Club di New York, rivolgendosi al Congresso e all’amministrazione Obama ha ribadito che gli USA devono evitare il Fiscal Cliff anche se dalla FED non arriveranno nuovi interventi.
Le origini del termine Fiscal Cliff
Il termine Fiscal Cliff, letteralmente precipizio fiscale, ha subito preso piede nel linguaggio comune sia negli USA che in tutto il mondo, ma qual davvero è la sua origine?
Fine Ottocento. Molto tempo prima del Fiscal Cliff si parlava del “precipizio fiscale”, afferma il linguista Ben Zimmer, riferendosi ad un editoriale del Chicago Tribune del 1893. La metafora del precipizio è chiara e antica allo stesso tempo.
Anni Cinquanta. Citando un articolo del New York Times datato 1957 il linguista sottolinea ancora come l’espressione Fiscal Cliff fosse utilizzata per descrivere tutti coloro che ricorrevano prestiti insolvibili per l’acquisto della loro prima casa.
Negli anni Settanta e Ottanta il termine fu usato per raccontare lo stato precario di città, stati e del budget federale, in particolare venne citato in relazione alla crisi finanziaria che colpì New York nel 1975.
Oggi. Uno dei suoi primi utilizzi in periodi più recenti è stato fatto dal Senatore Jim DeMint nel 2008, in riferimento al programma di spesa dell’amministrazione Obama. Tuttavia, solo dal momento in cui Bernanke, il presidente della Federeal Reserve, ha usato il termine durante un discorso presso il Comitato del congresso nel Febbraio di quest anno, riferendosi alla famosa scadenza del 1 Gennaio 2013, il Fiscal Cliff è entrato a far parte del linguaggio mainstream.
Quanto è utile questa metafora?
Malgrado la metafora del precipizio sia chiara, è giusto interrogarsi sulla sua adeguatezza nel descrivere una così complessa situazione.
Ad esempio, un aspetto dell’economia USA che va oltre l’immagine descritta dal “cliff” è la dimensione del deficit del Paese, qualora il Congresso non decida di intervenire.
Infatti, questa immagine così efficace, di un deficit che precipita come si precipita attraverso la gola di un burrone, funziona solo se si guarda all’andamento del deficit in un arco temporale di dieci anni, afferma Derek Thompson, editor di economia e business al “The Atlantic”.
Si tratta, infatti, di una discesa molto più graduale se si guarda al deficit su un arco temporale meno ampio, ad esempio di settimana in settimana, che tra l’altro è il modo in cui il Congresso sta osservando questo andamento durante tutto il processo di negoziazioni.
Thomson crede che l’immagine del baratro sia una metafora inadeguata e soprattutto infelice nell’ottica di voler trovare una soluzione a questa crisi.
“Se si parla di un baratro, ci si riferisce a qualcosa di estremamente improvviso che rimanda ad un immaginario tragico e senza speranza. Questo, in realtà, non è quello che sta per succedere, tanto meno non succederà proprio il 1 Gennaio, durante il passaggio tra 2012 e 2013.”
"Il Texas si riprenderà tanto da permettere ai cittadini di acquistare immobili con un reddito inferiore e il Congresso dovrà trovare una soluzione per suddividere i tagli alla spesa tra tagli alla difesa e tagli a tutto ciò che non riguarda la difesa", afferma Thompson.
“Ma nulla cambierà così tanto rispetto alle scorse settimane da giustificare la metafora del precipizio” e continua “Un’immagine migliore potrebbe essere quella di un dimagrimento: un’espressione sarebbe “Il Fiscal Fast”. Gli Stati Uniti hanno vissuto un periodo caratterizzato da sicurezza economica e quindi “si sono nutriti” più di quanto fosse necessario. Se si accumula più del dovuto, ci sarà bisogno prima o poi di un periodo di dieta che riporti l’equilibrio."
“Quello che averrà il prossimo anno non sarà niente di tutto quello che i mass media proclamano come il cambiamento del secolo, ci sarà un breve periodo di recessione all’inizio del prossimo anno per poi vedere l’economia tornare a crescere dalla metà del 2013 in poi”.
Il lingiaggio utilizzato è molto importante perché può generare accordi mossi sull’onda del panico piuttosto che su considerazioni razionali.
Due ragioni che rendono confuso il Fiscal Cliff
Molti Senatori democratici hanno iniziato a pensare che andare oltre il fiscal cliff potrebbe non essere una cattiva idea, dato che l’aumento delle tasse e i tagli alla spesa andranno a colpire principalmente la classe media.
I Repubblicani, a loro volta, vogliono che l’eventualità di non fare nulla prima di Gennaio sia assolutamente remota. E nel mondo politico si possono rintracciare due ragioni per cui c’è così tanta confusione circa il fiscal cliff:
- “Molti considerano il Fiscal Cliff come un riproporsi della crisi immobiliare del debito del 2011. Quella fu una situazione in cui andare oltre la deadline stabilita, avrebbe significato cadere in un baratro con conseguenze irreversibili. Questo non è il caso del Fiscal Cliff dato che il danno economico che devono affrontare gli USA è cumulativo. E’ esattamente l’opposto della crisi immobiliare del debito. Molti anni di inattività possono fare molti danni, come è stato nel caso della crisi immobiliare, ma qualche settimana, un paio di mesi, assolutamente no”.
- Altri credono che ogni possibilità di pensare di arrivare all’anno prossimo senza nessun accordo sia pericoloso.
Scartando la possibilità che sia interesse dei Repubblicani di forzare la mano sull’idea che l’economia precipiterà in un baratro, senza che ci siano accordi, Thompson aggiunge: “calcolando quanto potere di negoziazione ha Obama, da un punto di vista politico, lui potrebbe avere gli stessi interessi a sottostimare o sovrastimare il pericolo del Fiscal Cliff”. “La verità è che noi non sappiamo quanto severe saranno queste misure, ma l’idea che solo 18 mesi dopo la crisi immobiliare del debito, gli Usa potrebbero sperimentare una crisi economica causata da decisioni politiche, sembra perlomeno imprudente”
Una questione ancora aperta
Lasciando la questione aperta, la probabilità che non si raggiunga un accordo entro il nuovo anno è ancora piuttosto alta e nessuno sa con certezza se l’economia USA precipiterà davvero in un baratro con conseguenze per le economie di tutto il pianeta, o se si tratterà solo di una breve discesa lungo un leggero pendio.
| Traduzione e Adattamento per Forexinfo.it a cura di Martina Ercoli - Fonte: BBC News |
© RIPRODUZIONE RISERVATA