Cos’è il FinTech? Tutto quello che c’è da sapere sulla tecnofinanza

condividi

Utilizzato da moltissimi utenti, anche se inconsapevolmente: ecco cos’è il fintech e tutto quello che c’è da sapere sulla tecnofinanza.

Cos’è il FinTech? Tutto quello che c’è da sapere sulla tecnofinanza

Con il termine «Fintech» ("financial technology", ossia tecnologia finanziaria o, come si usa in italiano, tecnofinanza) viene generalmente indicata l’innovazione finanziaria resa possibile dallo sviluppo tecnologico, che può tradursi in nuovi modelli di business, processi o prodotti, e anche nuovi operatori di mercato. In buona sostanza si tratta di un’industria multimiliardaria che sta cambiando il modo in cui effettuiamo acquisti, otteniamo prestiti, risparmiamo e ci rapportiamo con le banche.

Secondo l’indice Fintech Adoption di EY un terzo dei consumatori di tutto il mondo utilizza due o più servizi tecnofinanziari, ma gli utenti sono spesso inconsapevoli del fatto che le applicazioni dei servizi finanziari che usano quotidianamente siano considerate fintech. Facciamo chiarezza.

Cosa è fintech

Con il termine tecnofinanza si indica generalmente qualsiasi innovazione tecnologica che viene introdotta nei servizi finanziari. Gli operatori del settore sviluppano nuove tecnologie per rivoluzionare il mondo dei mercati finanziari, delle banche tradizionali e anche delle assicurazioni (Insurtech).

I soggetti maggiormente coinvolti in questo processo sono ovviamente le start-up, ma anche i più famosi istituti bancari (pensiamo a HSBC, Credit Suisse, Unicredit ecc...) sono artefici di questa trasformazione e stanno investendo nello sviluppo interno o nell’acquisizione di progetti fintech. Questi utilizzano la tecnologia alla portata di tutti, come ad esempio le app, ma anche software più complessi che comprendono l’utilizzo dell’intelligenza artificiale o dei big data.

Applicazioni di mobile payment (come per esempio PayPal, Apple Pay o Satispay), criptovalute (come per esempio Bitcoin, Ripple ed Ethereum...), blockchain, crowdfunding, open API, chatbot, robo-advisor... Questi termini, ormai entrati a far parte del vocabolario comune, finiscono nel calderone del fintech.

L’innovazione “che distruba”

L’innovazione “che disturba” (disruptive innovation, in inglese) fa riferimento a quella tecnologia o innovazione che porta alla creazione di prodotti e servizi che generano una rottura improvvisa per competere contro una tecnologia dominante, alla ricerca di un progressivo consolidamento in un dato mercato.

Si parla di una simile innovazione ogni qualvolta che le nuove tecnologie alterano la maniera in cui operano i mercati. Sebbene non sia esclusivamente un termine legato al fintech, è spesso usato per descrivere i servizi finanziari in cui gli sviluppi tecnologici spingono le istituzioni finanziarie a ripensare il proprio approccio all’industria.

Il regtech

Il controllo e la regolamentazione dei mercati finanziari, anche detto regtech, fa riferimento alla tecnologia che aiuta le aziende a operare nell’industria dei servizi finanziari senza perdere di vista le leggi che regolano tali mercati.
Tutto è cambiato con l’arrivo della MiFID II (Direttiva n. 65 del 15 maggio 2014 del Parlamento e del Consiglio Europeo), che ha fatto nascere numerose start-up specializzate nel regtech per aiutare le società finanziarie ad allinearsi alla nuova normativa.

Tra le priorità principali di regtech troviamo l’automazione e la digitalizzazione della normativa antiriciclaggio e i processi del Know Your Customer (KYC), che identificano e verificano l’identità dei clienti delle società finanziarie per prevenire le compartecipazioni a truffe e frodi.

L’insurtech

L’insurtech è un sottoinsieme del fintech che si riferisce all’uso della tecnologia per semplificare e migliorare l’efficienza del settore assicurativo.

Un report di Capgemini e della European Financial Management & Marketing Association (Efma) sottolinea come le assicurazioni tradizionali stiano affrontando una crescente pressione concorrenziale a causa della nascita di una serie di start-up specializzate nell’insurtech.

Le ICO

Una offerta iniziale di moneta (ICO) è una misura di finanziamento per start-up che usano la blockchain e comprende la vendita di unità di criptovaluta emessa dalla start-up in cambio di denaro reale.

Le ICO sono simili alle offerte pubbliche iniziali (IPO), dove le azioni di un’azienda sono vendute agli investitori per la prima volta. Ma le ICO fanno riferimento ai sostenitori di un progetto anziché agli investitori, rendendo l’investimento più simile a un esperimento di crowdfunding.

L’open banking

Si tratta ormai di un’idea che si è fatta strada nei servizi finanziari e nel fintech e prevede che le banche permettano alle società terze di creare applicazioni e servizi utilizzando i dati interni della banca stessa. L’open banking comprende l’uso delle interfacce di programmazione delle applicazioni (API) - codici che consentono a diversi programmi di comunicare tra di loro - per creare una rete connessa di istituzioni finanziarie e fornitori di terze parti.

Chi propone l’open banking ritiene che un ecosistema API aperto permetterà alle start-up del fintech di sviluppare nuove applicazioni come le app per mobile così da consentire ai clienti un maggiore controllo sui loro dati bancari e sulle decisioni finanziarie.

L’inclusione finanziaria

L’inclusione finanziaria si riferisce alle soluzioni pensate dal fintech per fornire alternative più accessibili alle persone più in difficoltà e a basso reddito che hanno accesso limitato ai servizi finanziari principali. Questa è una delle aree più importanti per le aziende del fintech che operano nei mercati in via di sviluppo.

Gli smart contract

I contratti intelligenti sono programmi informatici che eseguono automaticamente contratti tra acquirenti e venditori. Si risparmiano enormi quantità di tempo e di costi per transazioni che di solito richiedono l’apporto di un essere umano. Ad esempio, in Ethereum gli smart contract vengono trattati come script decentralizzati memorizzati nella rete blockchain così da essere utilizzati anche nell’esecuzione successiva.

I robo-advisor

I robo-advisor sono piattaforme che automatizzano la consulenza in materia di investimenti utilizzando algoritmi finanziari. Limitano la necessità di gestori umani, riducendo drasticamente i costi di gestione di un portafoglio.

Negli ultimi anni il fintech è cresciuto rapidamente, di pari passo con le sempre più veloci innovazioni tecnologiche. Siamo di fronte ad una vera rivoluzione e in molti potrebbero essersi già pentiti di non essere salita prima sul treno della tecnofinanza che continua a viaggiare ad alta velocità. Secondo quanto emerso dalla ricerca di Cross Border Growth Capital sul mercato dei servizi finanziari digitali nel 2021 un fatturato complessivo di 143 miliardi di euro e 121,5 miliardi di investimenti raccolti. Nello specifico, a trainare la crescita del Fintech, sono stati i segmenti Personal Finance e Digital Payments, per i quali è attesa una crescita del 14% tra il 2020 e il 2025.

Money academy

Questo articolo fa parte delle Guide della sezione Money Academy.

Visita la sezione

Iscriviti a Money.it