In un articolo dal titolo "Matteo Renzi cambia marcia in vista delle Primarie", il quotidiano inglese analizza la figura del sindaco di Firenze, il suo rapporto con il PD e con il Governo Letta, ma anche la sua somiglianza con il Cavaliere
Matteo Renzi, il giovane e ambizioso Sindaco di Firenze, sta già scuotendo il confuso panorama politico italiano mentre si avvia verso una scontata vittoria nelle primarie per la segreteria del Partito Democratico che si terranno questa domenica.
Continuando la sua campagna, il riformista 38enne, che si sta anche proiettando verso la corsa per la Presidenza del Consiglio, è chiaro nella sua intenzione di trascinare la sua tormentata fazione lontano dalle radici più estremiste. Durante una manifestazione a Roma ha ricevuto rumorosi applausi dichiarando che lui non si sarebbe sottomesso ai sindacati italiani.
“Se voi pensate che il leader dei Democratici dovrebbe seguire la linea della CGIL (la più grande associazione sindacale italiana di sinistra) scegliete un altro leader”, ha affermato, riferendosi ai suoi due rivali nella corsa, Gianni Cuperlo e Pippo Civati.
I sondaggi predicono unanimemente una facile vittoria di Renzi nel corso della votazione che sarà aperta a tutti i cittadini e non solo ai membri del partito. Bisogna fare attenzione però al pericolo astensionismo in un periodo di crescente disillusione politica come questo. Gli stessi sondaggi dicono che solo 1.8 milioni di italiani andranno al voto a fronte dei 3.9 milioni del 2009. Renzi vuole ottenere un clamoroso mandato e sostiene che meno di 1.5 milioni di votanti rappresenterebbero un flop.
Il Primo Ministro Enrico Letta guarda attentamente ciò che succede all’interno della sua ala. Ex numero 2 del partito, Letta è diventato Presidente del Consiglio lo scorso aprile, quando Pier Luigi Bersani lasciò la carica di leader in seguito alla pessima campagna da lui guidata nel corso delle elezioni di febbraio che hanno creato una situazione di ingovernabilità.
In teoria un impulso riformista guidato da Renzi dovrebbe rafforzare Letta, che condivide obiettivi simili riguardanti la modifica della Costituzione per consolidare l’esecutivo e il cambiamento dell’impopolare legge elettorale, che la Corte Costituzionale ha dichiarato illegittima in una storica sentenza arrivata mercoledì sera.
Ma nell’assurda politica italiana, i sostenitori di Letta in Parlamento temono che Renzi possa tentare di indebolire il Primo Ministro con lo scopo di anticipare le elezioni.
La maggioranza parlamentare di Letta si è ridotta la scorsa settimana dopo che l’ex Presidente Silvio Berlusconi ha portato gran parte – ma non tutto – del suo partito di centrodestra all’opposizione in risposta alla sua espulsione dal Senato a causa della sua condanna per frode fiscale.
Elezioni a sorpresa potrebbero favorire Renzi, dato che il centrodestra è in subbuglio a causa della decadenza di Berlusconi e della sua impossibilità a candidarsi per i prossimi sei anni.
Dopo aver dismesso i panni dell’arrampicatore con cui lo vedeva la vecchia guardia comunista del partito, Renzi - soprannominato il “rottamatore” – è pronto a mostrare i suoi giovani muscoli.
Questa settimana ha più volte proposto un “patto di un anno” a Letta per dargli una scadenza nell’effettuare le riforme. Se non verrà rispettato si andrà alle urne. Ha inoltre parlato di un “patto alla tedesca” da raggiungere entro gennaio con il Centro e il Nuovo Centro Destra guidato dal vicepresidente del Consiglio Angelino Alfano che si è separato il mese scorso dal suo mentore Berlusconi.
Sebbene Renzi abbia espresso chiaramente la sua volontà di mettere in atto un riforma costituzionale – abolendo le province, tagliando il numero dei parlamentari e ponendo fine al sistema bicamerale che da a entrambe le Camere eguali poteri – è invece più vago riguardo ai problemi economici che riguardano Bruxelles, cioè sulla riduzione del debito e su una ristrutturazione del sistema di tassazione.
Se Renzi, come ci si aspetta, vincerà le Primarie di domenica, prenderà il controllo di un partito diviso e demoralizzato in cui i baroni stanno ancora cercando di resistere al cambiamento. I democratici hanno perso 3.5 milioni di voti a febbraio a fronte delle precedenti elezioni del 2008. Molti di essi sono andati al Movimento 5 Stelle, che rappresenta adesso la può grande forza all’opposizione e il partito singolo con il maggior numero d voti.
“Il PD non è più il partito dei lavoratori”, ha affermato il Sindaco di Firenze a Roma nel corso di una manifestazione tenutasi in un teatro situato in uno dei quartieri borghesi più antichi della città.
“Siamo i primi nel settore pubblico e tra i pensionati, secondi tra gli studenti, ma tra i lavoratori e i disoccupati siamo terzi”, ha detto durante un discorso in stile americano con uno schermo dietro che proiettava filmati. Tra questi c’era un racconto strappalacrime del 1951 in cui Anna Magnani interpretava una nobile madre e una scena dei Simpson in cui un giornalista tempestava di domande un preside dicendo “questa scuola è più corrotta del Parlamento italiano”.
Renzi ha attaccato quella parte del suo partito che si è sempre definita “anti – Berlusconi, fallendo però nel crearsi una chiara identità. “Per 20 anni perlusconi ha stabilito la nostra agenda e ci ha detto su cosa discutere. Ne abbiamo abbastanza. Sogno una sinistra che vinca e convinca”, ha detto.
L’ironia, come hanno sottolineato alcuni rappresentati, è che Renzi ricorda il Berlusconi dei vecchi tempi, prima che venisse indebolito dai suoi numerosi processi – un outsider contro la classe dirigente e un uomo di spettacolo con il progetto di portare l’Italia fuori dal suo lungo declino.
Alla domanda se il giovane sindaco somiglia al “piccolo Berlusconi”, l’ex Premier – che ha riconosciuto di ammirare Renzi – ha scherzato dicendo che lui non vorrebbe offenderlo facendo un paragone del genere.
Scherzi a parte, ci sono scarse possibilità che dopo l’umiliante sfratto dal Parlamento di Berlusconi compiuto dai vari leader, il risorto partito di Forza Italia deciderà di cooperare con i Democratici per assicurare i due terzi della maggioranza necessaria in Parlamento per mettere in atto le riforme costituzionali. Anche l’accordo sulla legge elettorale è stato eluso.
“Nel cimitero della stabilità c’è una tomba con su scritto il nome del Governo Letta”, hanno detto i falchi sostenitori di Berlusconi questa settimana.
Nonostante la retorica, il partito di Berlusconi, in lutto per il suo capo, non è chiaramente pronto per le elezioni. Neanche Alfano e la sua ala scissionista lo sono, secondo i sondaggi.
Invece l’opinione crescente tra analisti e investitori è che Matteo Renzi potrebbe essere una ventata di aria fresca. Tutto ciò mentre un’Italia in recessione con un debito oltre i 2 trilioni di euro rischia di fronteggiare un altro anno di paralisi politica.
Fonte: Financial Times. Traduzione libera a cura di Vittoria Patanè
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