Fiat Chrysler a rischio? Alla ricerca disperata di un partner per non affondare

Matteo Bienna

25 Aprile 2016 - 13:00

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Fiat Chrysler: il debito di $5,5 milardi e la debolezza finanziaria che la società ha in particolar modo negli Stati Uniti allarmano. Marchionne alla ricerca di un partner.

Fiat Chrysler a rischio? Alla ricerca disperata di un partner per non affondare

Fiat Chrysler Automobiles ha un debito di $5,5 miliardi.

A differenza degli altri competitor, inoltre, è priva di una finanziaria interna negli USA.

Le grandi case automobilistiche realizzano i loro principali guadagni non tanto sulla vendita delle vetture ma sull’erogazione di prestiti per il loro acquisto, quando sono ovviamente in possesso di una loro finanziaria.

Un eventuale e probabile calo nell’industria dell’automotive causerebbe una guerra al ribasso dei prezzi che vedrebbe vittoriose solo le case di produzione finanziariamente più solide.

La FCA non sarebbe in grado di uscire vittoriosa da questa situazione e per questo motivo Marchionne è alla disperata ricerca di un partner, dopo il no di General Motors, per unirsi di nuovo.
Ma lo stato attuale della società è lontano dall’essere attraente, in particolare al di là dell’oceano.

Analizziamo nel dettaglio la situazione e i pericoli che Fiat Chrysler sta correndo.

Fiat Chrylser, problemi in vista: un calo dell’industria sarebbe fatale

Dall’esterno Fiat Chrysler Automobiles (FCA) sembra vivere un ottimo periodo.

La Chrysler, ovvero la più debole del Big Three di Detroit, insieme a General Motors e Ford, ha passato l’ultimo decennio in un limbo, passando da Daimler a Cerberus, prima di passare con Fiat in un’operazione gestita dal governo USA.

Il periodo della crisi del 2008-2012 pesò incredibilmente sulle sorti di Chrysler, ancora più che sulle sue concorrenti. La bancarotta e il default di $4 milioni di debiti fu riparato dal governo americano, passando piano piano a Fiat, in una operazione conclusa a gennaio del 2014.

Da quel momento il recupero nel mercato di FCA fu indiscusso. Le vendite sono riprese a salire anche nel territorio USA, in particolare grazie al boom dei SUV e al marchio Jeep.

Con il vento in poppa, l’ad Sergio Marchionne ha cavalcato l’onda proponendo una nuova fusione per la casa italo-americana. Il suo tentativo di avvicinamento a General Motors, in questo senso, è stato l’ultimo in ordine temporale, oltre che rispedito al mittente.

Lo scopo del suo agire, secondo Chris Bryant di Bloomberg Gadfly, ha una chiara ragione: Fiat Chrysler non crede di poter reggere il prossimo calo dell’industria.

Il problema di FCA, evidenziato dall’esperto di Bloomberg, non ha a che fare con le macchine:

“A differenza di molti dei suoi rivali, ad FCA manca un forte lato legato alla finanziaria. Questo le arreca uno svantaggio competitivo. Quando le vendite rallentano, le case automobilistiche più forti finanziariamente possono erogare prestiti a costi più bassi, tagliando di fatto i prezzi. A questo scopo, infatti, Fiat Chrysler ha provato a raggiungere un accordo con Santander.”

Il vero guadagno per le grandi case produttrici di veicoli non è nella vendita delle vetture ma nei prestiti erogati per il loro acquisto. Le compagnie che hanno una loro finanziaria, come General Motors, si ritrovano a realizzare profitti soprattutto in quel comparto.

FCA eroga in maniera indipendente prestiti solo in alcune delle aree dove opera, ma non negli Stati Uniti.

Fiat Chrysler: alla ricerca di un partner prima di affondare

La situazione finanziaria della casa italo-americana è proprio il fulcro del problema.

Il suo debito, pari a $5,5 miliardi, rende lo scenario preoccupante, visto quanto il business automobilistico si basi su ingenti impieghi di capitale.

Un calo nell’attrattiva dei modelli SUV, un rialzo dei prezzi del petrolio o decisioni di politica monetaria che disincentivino i consumatori dall’acquisto di vetture nuove sono solo alcuni dei passaggi ciclici che una casa automobilistica deve poter affrontare, e comportano tutti ingenti impieghi di capitale.

Vista la situazione di Fiat Chrysler e il debito che già ha sulle spalle, Marchionne è consapevole di non poter vincere una guerra al ribasso dei prezzi, laddove le condizioni di mercato dovessero renderla inevitabile.

L’unica alternativa per prevenire il manifestarsi di uno scenario simile consiste proprio nel trovare un partner con il quale unirsi, un paracadute per la società che possa fornire il supporto necessario a superare scenari ad oggi quantomeno possibili.

Dal lato dei potenziali partner, tuttavia, è difficile individuare i benefici di una unione con una FCA così indebitata, al netto dell’isola felice rappresentata dal marchio Jeep.

Fonte: Yahoo Finance

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