Ferrovie dello Stato: mostro monopolista sulle spalle degli Italiani

Erasmo Venosi

5 Giugno 2017 - 12:52

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Ferrovie dello Stato: mostro monopolista sulle spalle degli Italiani

Ferrovie dello Stato: una project review per finta su 25 grandi opere. Un avanzo primario monstre e pari al 4% del PIL nella Relazione del Governatore della Banca d’Italia per gestire gli effetti derivanti sul debito pubblico dalla progressiva riduzione dell’intervento della BCE. In tale prospettiva la Politica dovrebbe praticare il rigore nell’uso delle scarse risorse pubbliche ma verifichiamo la indisponibilità a «pensare al futuro».

I parametri di finanza pubblica nominalmente migliorati, uniti all’inevitabilmente dura legge di bilancio, mentre si realizza il grande imbroglio di non sottoporre a project review 26 grandi opere dal costo di varie decine di miliardi di euro: è la scandalosa vicenda dei progetti AV Bs/Vr, Vt/Pd e Ge/Mi. Trasferimenti statali a Fs notevolmente superiori a quelli degli altri Stati. Una FS monstre che gestirà strade, treni, trasporto pubblico locale e che si espande all’estero.

Incomprensibili i benefici per il contribuente italiano mentre nasce un Moloch monopolista verso il quale non si è riusciti a sanare il conflitto d’interesse tra gestione del servizio e proprietà della rete.

Lo abbiamo denunciato su questo giornale che i trasferimenti alle Fs sono eccessivi. Abbiamo anche aggiunto che pur esistendo una legge dal 2011 nessuna valutazione degli investimenti è stata effettuata. Lo scomparso economista, parlamentare e ministro Prof. Andreatta affermava che un quinto del debito pubblico italiano era da accollare alle ferrovie.
Un politico come Andreotti diceva che i matti erano “chi si crede Napoleone e chi vuole risanare le ferrovie”. Entrambi non avevano fatto i conti con la contabilità creativa di alcune menti del Palazzo.

Leggiamo su un quotidiano le risposte date sull’argomento soldi a Fs, dell’ad Fs a un autorevole economista come il Prof. Ponti. I trasferimenti alle Fs ammontano mediamente a 8 mld di euro all’anno e comprendono sia la componente “investimenti in conto capitale” che la componente “gestione”. Nell’ultimo Conto Nazionale dei Trasporti si legge che i ricavi da media e lunga percorrenza - quindi da Frecce rosse, bianche, d’argento e intercity - ammontano a 1.954 mln di euro altri 2.615 milioni di euro derivano dal trasporto regionale. Di questi ricavi da traffico regionale 1.801 milioni derivano da contratti con le regioni. Ulteriori 478 milioni derivano dal trasporto merci.

La prima osservazione è che se i ricavi del trasporto regionale coprono per legge minimo il 35% e questi ammontano a 814 mln allora vuol dire che sommando i ricavi da biglietti con contratti firmati con le Regioni i costi sono completamente coperti. Da osservare invece la rilevante caduta dei volumi di traffico tra il 2008 e ultimo dato CNT. Nel 2008 le Fs hanno trasportato 45,76 mld di passeggeri*Km e sei anni dopo 38,6. Sul trasporto merci il disastro è stato totale: da 21,9 mld di tonnellate*km a 11,5. Una caduta del trasporto ferroviario nel 2008 che è in continuità con gli anni precedenti e fortemente negativo se rapportato al mercato europeo e alle performance delle altre imprese ferroviarie. Le ferrovie francesi tra 1995 e 2007 hanno incrementato del 47% i passeggeri*km, quello tedesco dell’11% e quello italiano del 3%. Un indice che misura il risultato operativo complessivo conseguito in un anno rispetto al capitale investito è il ROI, che per il gruppo Fs nel 2014 è stato pari al 2,5%. Molto basso rispetto all’11% di Enel e al 13,9% delle Poste. Il capitale sociale di Fs ammonta a circa 40 mld di euro, quello delle Poste a 1,5 mld.

Recentemente abbiamo assistito a dichiarazioni tipo “in 10 anni le Frecce hanno trasportato 300 mln di passeggeri” e noi aggiungiamo che nello stesso periodo sulla rete regionale sono stati trasportati circa 4500 milioni di passeggeri e moltissimi di questi si sono lamentati della infima qualità del servizio. Un biglietto su Frecciarossa Milano/Roma costa mediamente di più di un Parigi/Marsiglia impiegando quasi lo stesso tempo, ma su una distanza di circa 170 Km in meno rispetto al tratto francese.

Analoga osservazione per la tratta Madrid/Barcellona: quasi la stessa distanza, ma gli spagnoli impiegano mezz’ora in meno. Recentemente si è data una grande rilevanza all’apertura della Treviglio/Brescia, che consente un risparmio di 10 minuti tra Mi/Bs rispetto i tempi attuali. ETR 1000, alimentazione come quella francese per raggiungere una velocità commerciale tra Milano e Brescia di 141 Km/h (84,5 Km in 36 minuti), ovvero 21 km/h in più rispetto alla velocità attuale e spendendo tra quadruplicamento e AV 2,85 mld di euro. Ulteriori considerazioni riguardano il risparmio di CO2, che sarebbe certificato da Ispra ma che andrebbe integrato dalla quantificazione del “grado di riempimento dei treni av” (load factor) perché diversamente l’affermazione ha poco senso. Andrebbe osservato che i proventi delle alienazioni di rete telefonica, rete elettrica, i 366 cespiti non strumentali per complessivi 5,5 milioni di mq erano di proprietà pubblica trasferita a Fs con la famigerata legge 210 del 1985. Demanio pubblico concesso alle Fs per l’esercizio ferroviario oggi, a seguito dismissioni diventano entrate di Fs che spende secondo ottiche di tipo aziendale.

Un esempio è rappresentato dai 5 scali merci a Milano inutilizzati, con un’estensione equivalente a 140 campi di calcio e che saranno utilizzati prevalentemente per edilizia residenziale con un guadagno per Fs stimato in circa un miliardo. Che cosa dire poi di una Fs che gestisce rete ferroviaria e gestione del servizio? In questo Paese si è separata la rete elettrica, quella del gas, ma non si è riusciti a eliminare il conflitto di interesse tra RFI e Trenitalia.

Una rete av pagata esosamente con soldi pubblici: chi paga la manutenzione della rete av e gli interessi sui debiti contratti per costruirla? La perdita sui contratti derivati accesi per la Tav perché devono essere allocati sul bilancio pubblico? Ulteriore osservazione riguarda la consolidata prassi di assenza di gare per il servizio: è successo con le pugliesi ferrovie Sud-est, per la manutenzione e gli interventi su Roma-Lido, Roma-Civita Castellana-Viterbo e Roma-Giardinetti. Era già successo con la triste vicenda di Arenaways. Infine, non si comprendono due cose: le Fs sono, per i trasporti, primi in Grecia, secondi in Germania con l’acquisto di Nitinera, gestiscono linee nel Regno Unito e Francia, e in California per l’alta velocità Los Angeles-San Francisco.

È nata Trenitalia UK con sede a Londra e ha speso 70 milioni di sterline per l’acquisto della società Nxet che gestisce la tratta City to Coast. Giusto che crescano, ma è altrettanto giusto che questo avvenga con i soldi dei contribuenti? Quali i benefici, in termini di maggiori e migliori servizi per gli italiani? Arriviamo a una Fs che gestisce strade, binari e trasporto pubblico locale? Ultima osservazione riguarda l’imbroglio della project review su 25 grandi opere scritte nell’Allegato infrastrutture al DEF. Il progetto definitivo av Bs/Vr rientra tra le opere da assoggettare alla verifica. Sembra che a giorni andrà al Cipe per l’approvazione. Una project review fatta in due mesi prescindendo - presumo, vista la celerità - da quanto intimato dal Dlgs 228 del 2011. È poco serio e inaccettabile in uno Stato di Diritto dove il Parlamento ha approvato due leggi finalizzate a non sperperare le scarse risorse pubbliche e a verificarne congruità, efficacia, efficienza ed economicità. Sulla vicenda av Bs/Ve opposizione cercasi.

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