Ferdinando Imposimato e le sue denunce sull’Alta Velocità. Dopo 22 anni nulla è cambiato

Erasmo Venosi

03/01/2018

Nella Relazione sulla criminalità in Campania del 1995 aveva scoperto le relazioni tra burocrati pubblici, politici spregiudicati ,criminalità organizzata e lavori pubblici. Tutto cambia affinché nulla cambi 22 anni dopo.

Ferdinando Imposimato e le sue denunce sull’Alta Velocità. Dopo 22 anni nulla è cambiato

Vertici istituzionali assunti in società pubbliche. Pareri di organismi pubblici smentiti nella Relazione dell’avvocato generale della Corte di Giistizia. Appalti e subappalti a trattativa privata. Costi smodatamente elevati. Due giganti della legalità e della intelligenza fine, Ferdinando Imposimato e Ivan Cicconi, sono andati entrambi via nel giro di 10 mesi ma il loro messaggio è stato raccolto da migliaia di persone che difendono i beni comuni e il territorio dalle predazioni delle ciurme fameliche travestite.

I due personaggi, che insieme a pochi altri hanno svelato le caratteristiche, le collusioni, la corruzione trasversale e infine il legame tra colletti bianchi e delinquenti nell’affaire del progetto alta velocità sono stati Ferdinando Imposimato e Ivan Cicconi. Sono andati entrambi via, Imposimato ieri e Cicconi a febbraio dello scorso anno.
Imposimato, giudice istruttore del caso Moro, dell’attentato al Papa, del caso Sindona e di tanti processi di Mafia. Cicconi, direttore generale del ministero dei lavori pubblici, docente, presidente dell’Osservatorio interregionale sugli appalti, giornalista e scrittore.

Ho avuto la fortuna di conoscerli entrambi e di partecipare alla presentazione di alcuni libri da loro scritti. Il libro di Cicconi “La storia del futuro di tangentopoli”, del 1997, rivela tutta l’inquietante struttura societaria che gestisce il progetto alta velocità, il sistema di appalti, le collusioni con personaggi di vertice dell’apparato pubblico preposti alla vigilanza e controllo. Il fiume smisurato di soldi pubblici, per un progetto costato quattro volte il dovuto.

Ferdinando Imposimato con il libro “Corruzione ad Alta Velocità” ha svelato i legami tra manager dello Stato, pezzi d’imprenditoria privata.
Ha denunciato l’inquietante silenzio di alcuni politici con ruolo di governo, eppure il progetto AV di interrogativi angoscianti ne sollevava.
Fu un articolo apparso su Fortune anni fa intitolato “The Predator a fornire un’ipotesi di lettura sulla scelta del modello più costoso fatta per l’alta velocità italiana. C’entrano potenti politici, il Credit Lyonnais, l’ex ad di Fs, il direttore finanziario di ENI e Parretti, che scalò MGM (Metro Gordon Mayer).

Nell’articolo di Fortune si racconta che Parretti e Fiorini avevano bisogno di “un intervento di alto livello” presso il Credit Lyonnais per la scalata a MGM e che i politici suggerirono di collegare la questione MGM alla trattativa commerciale in atto tra i Governi di Francia e Italia sull’alta velocità.

Nel libro “Corruzione ad Alta Velocità” si rileva che nel 1993 nascevano due inchieste a Roma e Milano sul progetto AV e su denuncia dell’ex Ministro dei Trasporti Luigi Preti e di un imprenditore, Lodigiani. Entrambe “morirono”. Nel dicembre del 1994 Imposimato presentò un’interrogazione parlamentare sulla vicenda alta velocità firmata da altri 13 parlamentari. Nessuna risposta. Imposimato faceva parte della Commissione Antimafia. Il presidente della Commissione incaricò l’On Imposimato di presentare una relazione sulla presenza della criminalità in Campania. Immediata la verifica che gli appalti AV erano avvenuti a trattativa privata. Queste società subappaltavano sempre a trattativa privata sforando il limite del 40% che obbligava alla gara.

Nel luglio del 1995 Imposimato illustrò alla Commissione antimafia la proposta di relazione. Scrive Imposimato:

“Pensavo che se fossi riuscito a dimostrare l’imbroglio dell’alta velocità e il rischio di infiltrazioni della Camorra in opere pubbliche ancora in costruzione , se fossi riuscito ad incuriosire la Commissione forse , sarei riuscito a mobilitare le forze politiche interessate a far cessare lo sperpero del denaro pubblico. Che ancora una volta avveniva a vantaggio della delinquenza e della corruzione”.

Imposimato aveva chiesto una relazione all’amministratore delegato di TAV, un nome noto, l’ing Ercole Incalza. Imposimato avvertì la ostilità che andava maturando nella Commissione verso l’oggetto della sua relazione e in particolare sulle connessioni prodotte dal progetto AV. Ventidue anni fa emerse per la prima volta la proposta di revoca delle concessioni TAV. Prima di Imposimato lo aveva richiesto il 21 luglio del 1993 un manager irreprensibile e onesto, Salvatore Portaluri, presidente TAV. Una delle cose che colpiscono nella vicenda di allora, denunciate da Imposimato, è la società Icla, che deteneva il 14% del consorzio Iricav Uno (general contractor), capofila del consorzio per la costruzione della linea Roma/Napoli. Una società i cui titolari erano stati arrestati, dichiarata fallita e su cui già la Commissione Scalfaro aveva espresso giudizi negativi. Una società scelta per eseguire opere tanto rilevanti.

In seguito la Procura di Napoli e lo SCO (Servizio Centrale Operativo) verificarono che “c’era un altro referente dell’IRI compromesso con la criminalità organizzata il CCC”. Sull’intera vicenda contrattuale pesava il parere positivo dell’Antitrust di Giuliano Amato e il parere favorevole del Consiglio di Stato. Addirittura il parere favorevole della Corte dei Conti, il cui magistrato controllore Nicola Aricò nel bel mezzo del controllo era assunto dal presidente delle ferrovie ai vertici di Metropolis, l’immobiliare delle FS. Inutile aggiungere che anche il presidente del Consiglio di Stato una volta in pensione diventò presidente delle Fs. Il 30 settembre 1995 il direttore dello SCO inviava a Imposimato 86 cartelle e le sue tesi su Icla, su Iricav Uno e sui subappalti erano confermate.

Nel 2008, nelle conclusioni dell’avvocato generale Verica Trstenjak sui contratti affidati a trattativa privata fu verificata la violazione delle norme comunitarie. Sconfessati quindi Antitrust, Consiglio di Stato e Corte dei Conti. Avevano vinto sul piano della legalità Ferdinando Imposimato e Ivan Cicconi anche se il politicume come 22 anni fa ha svuotato le conclusioni dell’Avv. della Corte di Giustizia.

Esattamente come 22 anni fa una società oggetto di interdittiva antimafia ha redatto per conto di Iricav 2 lo studio di impatto ambientale. Come allora non è successo nulla. Nulla è successo sul parere del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici di rifare il progetto della Bs/Vr. Nulla è successo nell’applicazione di norme abrogate per il progetto AV della stazione di Verona, del prolungamento dell’autostrada verso Trento. Un’anarchia istituzionale sedimentata a prescindere da chi governa, una concrezione di affarismo che divorano le fondamenta dello Stato di Diritto.

Riposate, in pace nel mondo dei giusti, carissimi Ferdinando e Ivan, e ringrazio il cielo di avervi conosciuto e aver vissuto con voi alcuni frammenti di lavori e incontri pubblici.

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# Mafia

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