Femminicidio, pena dimezzata perché “lei lo aveva deluso”: la sentenza shock

Isabella Policarpio

14 Marzo 2019 - 09:10

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Per l’omicidio della moglie il Pm aveva chiesto la pena a 30 anni; il giudice però la dimezza perché “lei lo aveva deluso”. I dettagli.

Femminicidio, pena dimezzata perché “lei lo aveva deluso”: la sentenza shock

Javier Napoleon Pareja Gamboa è stato condannato a 16 anni di carcere per l’omicidio della moglie Angela Coello. Per lui il Pm aveva chiesto 30 anni di detenzione ma i giudici di Genova hanno dimezzato la pena a 16 anni, applicando una discutibile circostanza attenuante: la moglie lo aveva deluso perché, nonostante le ripetute promesse, non aveva lasciato l’amante.

Ed è così che, ancora una volta in queste ultime settimane, una donna si vede vittima due volte. Secondo il Tribunale di Genova, infatti, il gesto dell’uomo sarebbe “umanamente comprensibile” considerando la forte delusione provocata dalla moglie.

All’uomo non è stata riconosciuta nemmeno la premeditazione in quanto l’omicidio sarebbe avvenuto dopo “un colpo di testa”. Tuttavia Gamboa, anche se per i giudici non era lucido al momento dei fatti, ha avuto la prontezza di nascondere l’arma del delitto.

I giudici applicano l’attenuante perché “lei lo aveva deluso”: la sentenza

16 anni di carcere per Javier Napoleon Pareja Gamboa che l’8 aprile dello scorso anno aveva ucciso con una coltellata in petto la moglie, Angela Coello. Per i giudici di Genova che si sono occupati della sentenza, l’uomo avrebbe compiuto l’omicidio in una stato “non lucido” ed in preda ad un “colpo di testa” causato dalla forte delusione che la moglie gli aveva arrecato.

Angela più volte gli aveva promesso di interrompere la relazione extraconiugale con il suo amante e neanche stavolta lo aveva fatto. Secondo i giudici la reazione di Gamboa non è “umanamente incomprensibile” tanto da giustificare l’applicazione di attenuanti generiche. Così la pena a 30 anni chiesta dal Pm è stata diminuita di un terzo, ovvero 16 anni di carcere.

Secondo il Tribunale di Genova non si è trattato di un omicidio premeditato ma di una reazione suscitata da un forte stato emotivo che ha reso Gamboa “non lucido” al momento dei fatti. Resta però da spiegare come mai l’assassino abbia avuto la prontezza di liberarsi dell’arma del delitto, un coltello, gettandolo da un ponte, per poi scappare dalla città per due giorni.

Un caso che ricorda la sentenza di pochi giorni fa in cui i giudici di Bologna avevano condannato a 16 anni Michele Castaldo per l’omicidio della moglie, applicando l’attenuante generica della “tempesta emotiva”.

Indignazione da parte dei familiari e delle Istituzioni

Come intuibile, la decisione dei giudici ha suscitato grande scalpore, soprattutto da parte dei familiari della vittima ed in primis nel figlio. Il ragazzo, un giovane di 21 anni, era stato il primo a trovare il corpo della madre sul luogo del delitto - l’8 aprile del 2018 - ricoperto di sangue sul pavimento.

Indignato anche il legale di parte civile - Giuseppe Maria Gallo - che dopo la discutibile sentenza ha fatto istanza alla procura per l’impugnazione, respinta dal Pm.

Severo anche il Ministro Salvini secondo cui chi commette un omicidio di tale portata dovrebbe “marcire in galera” e non tornare libero dopo soli 16 anni.

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