Facebook: boom di richieste di disattivazione dopo scandalo Cambridge Analytica

Alessio Trappolini

17 Aprile 2018 - 17:46

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Secondo una ricerca di SEMrush nell’ultimo mese e mezzo più di 50mila account Facebook sarebbero stati potenzialmente chiusi al ritmo dell’hashtag #deletefacebook

Facebook: boom di richieste di disattivazione dopo scandalo Cambridge Analytica

Facebook continua a perdere appeal sotto i colpi dello scandalo Cambridge Analytica (clicca qui per rileggere la notizia) che ha coinvolto il gigante dei social network il mese scorso.

Sul web si accavallano le richieste di disattivazione del proprio account Facebook da parte degli utenti, sia in Europa che negli Stati Uniti, tanto che una ricerca di SEMrush, nota piattaforma di web marketing, ha rivelato che oltre 68mila persone in Italia hanno digitato la stringa “cancellare facebook” sul proprio browser fra marzo e aprile. Così SEMrush sui risultati della propria ricerca:

Il numero più alto delle richieste è stato mostrato nei primi giorni dello scandalo, ma anche in aprile gli utenti vogliono sapere come cancellarsi dalla rete sociale più popolare

Non solo sicurezza dei dati

Vista in termini di tendenza nel grafico di cui sopra, nel mese di marzo le richieste web su disattivazione/cancellazione degli account Facebook hanno mostrato una crescita del 20 per cento.

Il numero più alto delle richieste è stato mostrato nei primi giorni dello scandalo, ma anche ad aprile gli utenti vogliono sapere come cancellarsi dalla rete social per eccellenza.

Dopo il Datagate che ha investito in pieno la creatura di Mark Zuckerberg si vede anche un aumento delle query di ricerca come “trattamento dei dati personali”, e “privacy su Internet”.

La stessa situazione si verifica nella maggior parte dei paesi europei e negli Stati Uniti: se l’anno scorso il volume di ricerca più elevato è stato mostrato a giugno e luglio ed era di circa 150.000, entro la fine di marzo 2018 è cresciuto oltre al 100% e ammonto più di 350 mila. L’hashtag #deletefacebook ha iniziato a diffondersi sui social dopo un tweet di Brian Acton (uno dei fondatori di WhatsApp). Fino a marzo è stato al culmine della sua popolarità.

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