Ferrovie dello Stato, l’intero CdA rassegna le dimissioni. Azienda priva di vertici

Mariangela Celiberti

26 Novembre 2015 - 14:40

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Le dimissioni erano nell’aria da qualche giorno, ma sono state ufficializzate solo oggi. Le Fs fanno sapere che sarà presto convocata un’assemblea per la nomina del nuovo consiglio.

Ferrovie dello Stato, l’intero CdA rassegna le dimissioni. Azienda priva di vertici

"Il Consiglio di amministrazione di Ferrovie dello Stato Italiane S.p.A. ha rassegnato le dimissioni."

la notizia è arrivata tramite una nota diffusa oggi dall’azienda, in cui si precisa che verrà convocata il più presto possibile un’assemblea per la nomina del nuovo consiglio. Tra i probabili successori di Michele Elia, spicca il nome di Renato Mazzoncini, attuale amministratore delegato di Busitalia.

La decisione è arrivata dopo che Il Consiglio dei ministri ha approvato il Dpcm che dà il via alla privatizzazione fino al 40% del capitale dell’ex azienda pubblica, per un valore stimato di circa 45 miliardi.

"Provvederemo rapidamente alla nomina del management chiamato a condurre la società nel processo di valorizzazione avviato formalmente con il DPCM varato questa settimana dal Governo”

ha annunciato il Ministro Dell’Economia Pier Carlo Padoan in una nota dopo aver appreso delle dimissioni del CdA delle FS. Ha poi ringraziato il management:

“A tutti gli amministratori, e in particolare a Marcello Messori e a Michele Elia nei rispettivi ruoli di presidente e amministratore delegato, va la gratitudine del Governo per il lavoro svolto.”

Claudio Tarlazzi, segretario generale della Uiltrasporti, ha sottolineato in una nota che

“Le dimissioni del CDA del Gruppo FSI, quale conseguenza della diversità di vedute con il Governo rispetto alla privatizzazione del Gruppo, evidenziano quanto sia sbagliato affrontare una scelta così complessa e strategica per il Paese con mere logiche di far cassa.”

Ha poi spiegato:

“Il Gruppo FSI ha da tempo avviato un pesante processo di risanamento che ha portato gli organici da 220.000 a poco più di 60.000. Adesso occorre ancor di più qualificare e sviluppare il trasporto delle merci e dei passeggeri per poter strutturare le condizioni di crescita economica. Questa logica di svendere asset tanto strategici per l’Italia con diktat privi di buon senso non faranno che produrre danni ad una economia ancora troppo debole e mettono in pericolo le prospettive occupazionali”.

Uno sciopero di 24 ore era stato già annunciato nei giorni scorsi dai dipendenti di Trenitalia, proprio per protestare contro la privatizzazione delle Ferrovie dello Stato, oltre che per i termini di contratto e la riforma delle pensioni.

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