FMI: stime in peggioramento per il mondo. L’effetto guerra durerà

Violetta Silvestri

19 Aprile 2022 - 15:44

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Il Fondo Monetario Internazionale ha tagliato le stime di crescita a livello globale. Con la guerra in corso e l’inflazione galoppante le condizioni economiche sono in peggioramento e per lungo tempo.

FMI: stime in peggioramento per il mondo. L’effetto guerra durerà

Il Fondo Monetario Internazionale ha abbassato le sue previsioni di crescita economica mondiale di quasi un intero punto percentuale, citando la guerra russa in Ucraina e avvertendo che l’inflazione era ormai un “pericolo chiaro e presente” per molti Paesi.

Si prevede che il conflitto rallenterà la crescita e aumenterà ulteriormente i prezzi al consumo, ha affermato il FMI nel suo ultimo World Economic Outlook, avvertendo che le sue previsioni erano contrassegnate da “un’incertezza insolitamente alta”.

Mercati delle materie prime, commercio e collegamenti finanziari saranno presi di mira dalle onde d’urto della guerra e dei suoi effetti secondo il report.

Nel dettaglio di seguito, tutte le stime globali aggiornate dal FMI.

PIl e inflazione: le stime FMI peggiorano

Il Fondo monetario internazionale ha tagliato le sue proiezioni di crescita globale per il 2022 e il 2023, affermando che il colpo economico dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia si propagherà in tutto il mondo.

L’istituzione con sede a Washington prevede ora un tasso del Pil del 3,6% per l’economia globale quest’anno e per il 2023. Ciò rappresenta rispettivamente un calo di 0,8 e 0,2 punti percentuali rispetto alle previsioni pubblicate a gennaio.

Gli Stati Uniti, il Canada, il Regno Unito e l’Unione Europea hanno imposto diversi round di sanzioni contro banche, oligarchi ed energia russi, le quali avranno un “forte impatto sull’economia russa”, stimata in diminuzione dell’8,5% quest’anno e del 2,3% nel 2023.

Tuttavia, il Fondo ha previsto una valutazione ancora più cupa per l’economia ucraina:

“Per il 2022, l’economia ucraina dovrebbe contrarsi del 35%...Anche se la guerra dovesse finire presto, la perdita di vite umane, la distruzione del capitale fisico e la fuga di cittadini ostacoleranno gravemente l’attività economica per molti anni a venire”

L’inflazione dovrebbe rimanere più alta più a lungo, guidata dagli aumenti dei prezzi delle materie prime indotti dalla guerra, con una situazione che potrebbe peggiorare se gli squilibri tra domanda e offerta continuano a farsi acuti.

Per il 2022 il FMI prevede un’inflazione del 5,7% nelle economie avanzate e dell’8,7% nei mercati emergenti e nelle economie in via di sviluppo, con un balzo di 1,8 e 2,8 punti percentuali rispetto alle previsioni di gennaio.

La guerra ha anche aumentato il rischio di una frammentazione più permanente dell’economia mondiale in blocchi geopolitici con standard tecnologici, sistemi di pagamento transfrontalieri e valute di riserva ben distinte.

“Un tale ’spostamento tettonico’ causerebbe perdite di efficienza a lungo termine, aumenterebbe la volatilità e rappresenterebbe una sfida importante per il quadro basato su regole che ha governato le relazioni internazionali ed economiche negli ultimi 75 anni”, ha affermato Gourinchas, capo economista del FMI.

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