Direttiva sulle società madri e fine del segreto bancario in Europa: basteranno queste norme a porre fine alla milionaria evasione delle tasse delle multinazionali?
Stop all’evasione delle tasse delle multinazionali. L’Ecofin dà il via libera alla revisione delle direttive relative alla tassazione dei profitti al fine di ostacolare tutte quelle "scappatoie" tramite cui le multinazionali versano al Fisco meno di quanto dovuto.
L’Ecofin ha messo in evidenza i due punti salienti delle norme anti-evasione per le multinazionali:
- la revisione della direttiva comunitaria sulle società madri e le loro filiali, che disciplina i rapporti tra le capogruppo e le controllate;
- lo scambio obbligatorio di dati tra le autorità fiscali europee, che segna la fine del segreto bancario.
Direttiva comunitaria società madri
Cos’è la direttiva comunitaria sulle società madri e le loro filiali? E’ stata adottata nel 2011 con l’obiettivo di assicurare che tutti i profitti delle multinazionali non vengano tassati due volte e vincola gli Stati membri a esonerare dalle tasse quei profitti ricevuti dalle società madri da parte delle filiali in altri Stati membri.
Il Ministro dell’Economia Pier Carlo Padaon ha spiegato che questa direttiva mira a:
"consentire agli Stati membri di combattere meglio la pianificazione fiscale aggressiva da parte dei gruppi di imprese, garantendo in questo modo una più equa imposizione sulle imprese nell’UE”.
L’Ecofin ieri non ha fatto altro che approvare una modifica alla direttiva proposta nel 2013 dalla Commissione europea con cui è stata introdotta la clausola anti-abusi, che ha lo scopo di evitare che gli Stati membri possano concedere i benefici di questa direttiva madri-figlie anche nei casi di accordi “non genuini”, volti a conferire vantaggi fiscali alle multinazionali, le quali non potranno più così facilmente aggirare Mr Fisco per spostare gli ingenti profitti da una controllata all’altra.
Fine del segreto bancario
E’ stato stabilita inoltre la fine del segreto bancario in Europa con l’obbligo dello scambio di informazioni anche su rendite finanziarie, interessi, dividendi e altri profitti.
Dopo l’accordo di ottobre di 51 Stati che hanno aderito allo standard elaborato dall’Ocse, che favorirà lo scambio automatico delle informazioni, questa intesa segna l’ultimo passo verso la trasparenza.
Dal 2017 tutti i ministeri finanziari dei Paesi aderenti avranno accesso alle informazioni rilevanti in materia di evasione fiscale, come i capitali trasferiti in modo illegittimo o i rendimenti ottenuti nei cosiddetti paradisi fiscali, così da evitare che i contribuenti nascondano capitali tassabili all’estero.
Basteranno queste due norme antiabuso a porre fino all’evasione milionaria delle multinazionali o sarà un altro buco nell’acqua? Ai posteri l’ardua sentenza.
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