La lotta all’evasione fiscale rimane uno dei punti cardine dell’attuale Governo. In questi giorni l’Esecutivo sta vagliando alcune proposte volte a contrastare quest’aberrante fenomeno tanto diffuso nel nostro Paese.
Tra queste troviamo il cosiddetto contrasto d’interessi, un meccanismo volto ad implementare il numero di scontrini e fatture mediante degli incentivi ai cittadini.
A parlarne è stato lo stesso Premier Enrico Letta nel corso della question time tenutasi la settimana scorsa alla Camera dei Deputati.
Il contrasto d’interessi
“Per aiutare la lotta all’evasione, l’emersione del lavoro nero e del troppo nero che c’è nel nostro Paese, vogliamo estendere forme di applicazione e sperimentazione del contrasto di interessi”.
Queste le parole pronunciate dal Presidente del Consiglio che, basandosi sulle misure varate nei mesi scorsi su bonus casa ed Ecobonus, vorrebbe ampliare il numero di fatture e scontrini emessi nel nostro Paese.
“Abbiamo cominciato a farlo sui bonus per l’edilizia e le ristrutturazioni. Il fatto che lì sia necessario da parte di chi ristruttura e acquista usare tutti gli strumenti per essere fiscalmente a posto è un modo per far emergere attività economica che molto spesso era attività in nero. Sono premiate le imprese in regola”.
È lo stesso Letta a spiegare come dovrebbe funzionare il contrasto d’interessi, prendendo come esempio le detrazioni del 50% e del 65% per le ristrutturazioni e il risparmio energetico. Per accedere a queste misure infatti, sono necessarie le fatture, senza diventa tutto inutile. Eccolo appunto il contrasto d’interessi: per avere sconti e agevolazioni bisogna seguire le regole e quindi presentare documenti, scontrini e fatture.
La proposta
Le intenzioni sarebbero quelle di ampliare questo meccanismo ad altri settori in modo da scoraggiare chiunque ad evadere.
Lo strumento ha già prodotto degli ottimi risultati nei campi in cui è stato introdotto, primo tra tutti, proprio il bonus casa, ma si pensi anche alle detrazione IRPEF del 19% sugli asili nido.
Il Ministero dell’Economia starebbe quindi studiando il modo di applicare il contrasto d’interessi ad altri ambiti all’interno di quel progetto di lotta all’evasione, diventato ormai un punto cardine.
“Nel varare il “decreto del fare in Consiglio dei ministri, ho assunto l’impegno a una lotta senza quartiere all’evasione fiscale e lo confermo oggi. Non partiamo da zero perché molto è stato fatto. Nel 2012 il gettito generato dal contrasto all’evasione è stato di 12,5 miliardi di euro, nel 2006 ammontava a poco più di 6 miliardi. Ma vogliamo fare ancora meglio, sia con interventi immediati sia con azioni di più lungo respiro”.
I furbi, sono quindi avvertiti.
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