Eurozona: fine dell’austerità? Non sembra, la Commissione Europea raccomanda ancora la stessa cura

Erika Di Dio

29 Maggio 2013 - 17:35

Eurozona: fine dell’austerità? Non sembra, la Commissione Europea raccomanda ancora la stessa cura

La Commissione Europea ha pubblicato oggi le sue raccomandazioni specifiche per ogni paese in materia di politica economica. Di seguito, si segnalano le più importanti proposte presentate per alcuni dei principali paesi della zona euro.

Spagna

  • Secondo la Commissione europea, la Spagna dovrebbe "migliorare l’efficienza e la qualità della spesa pubblica a tutti i livelli di governo". Chiaramente, questo è più facile a dirsi che a farsi, visti i noti problemi che il governo spagnolo sta avendo nel tentativo di contenere la spesa regionale.
  • La Commissione europea sembra anche suggerire che la riforma del mercato del lavoro 2012 possa avere bisogno di qualche ritocco. In particolare, la Spagna dovrebbe riformare le politiche attive del mercato del lavoro.
  • La Spagna dovrebbe inoltre migliorare l’ambiente imprenditoriale in generale - per esempio tagliando la quantità di documenti cartacei, un noto problema del paese.
  • La Spagna dovrebbe "limitare ulteriormente l’applicazione delle aliquote IVA". Questo potrebbe essere controverso, in quanto il governo spagnolo ha detto più volte che è contrario ad ulteriori aumenti IVA.
  • Secondo la Commissione, la riforma del sistema pensionistico della Spagna dovrebbe essere finalizzata entro la fine dell’anno.

Francia

Le raccomandazioni per la Francia sono un bel paio di suggerimenti che potrebbero essere difficili da digerire per il governo socialista di François Hollande.

  • La Francia dovrebbe fare di più per ridurre i costi del lavoro, in particolare attraverso la riduzione dei contributi previdenziali per i datori di lavoro.
  • La Commissione europea sostiene che la Francia dovrebbe adottare nuove misure entro la fine dell’anno per "portare il suo sistema pensionistico in equilibrio in modo sostenibile entro il 2020".
  • La Francia dovrebbe migliorare il suo contesto imprenditoriale e aiutare le sue aziende a diventare più competitive;
  • Il sistema di sussidi di disoccupazione in Francia dovrebbe essere "urgentemente" riformato, in modo che sia sostenibile, ma deve anche "prevedere incentivi adeguati per tornare al lavoro".
  • La Francia dovrebbe fare di più per combattere la segmentazione del mercato del lavoro, e rimuovere "restrizioni ingiustificate all’accesso e all’esercizio di una libera professione".

Italia

Come abbiamo notato più volte, il governo tecnocratico di Mario Monti ha fatto un buon lavoro nel taglio del deficit dell’Italia - meno nell’attuazione delle riforme strutturali. Ecco ciò che la Commissione europea vorrebbe che l’Italia facesse:

  • Assicurarsi che le riforme avviate dal governo Monti siano attuate correttamente.
  • Accelerare le riforme del mercato del lavoro. I salari dovrebbero essere meglio allineati alla produttività, e si dovrebbe fare di più per portare giovani e donne nel mondo del lavoro.
  • La pressione fiscale dovrebbe passare da lavoro e capitale a consumo, proprietà ed ambiente. Sicuramente questa sarà una questione controversa, dato che il nuovo governo italiano sta cercando di evitare un aumento dell’IVA previsto per il 1 luglio 2013 e sta anche considerando l’abbattimento della tassa di proprietà sulla prima casa.
  • Continuare con la liberalizzazione del mercato dei servizi e l’apertura delle professioni chiuse - che sembra essere un problema che colpisce tutti i paesi della zona euro mediterranea.

Inutile dire che tutto questo deve avvenire senza violare il limite di deficit dell’UE del 3% del PIL e in parallelo ad una riduzione dell’enorme debito pubblico italiano (previsto per oltre il 132% del PIL nel 2014).

Germania

  • La Germania deve fare di più per aprire il settore dei servizi, eliminando le restrizioni ingiustificate e le barriere all’ingresso, portando così a livelli di prezzo più bassi, rendendo i servizi più accessibili per le fasce di reddito più basse.
  • La Germania deve inoltre sostenere condizioni che consentano alla crescita dei salari di sostenere la domanda interna. Questo potrebbe essere molto controverso in Germania.

Quindi, dopo tutti i discorsi sulla "fine dell’austerità" o sull’"austerità in ritiro", sta davvero cambiando qualcosa? Certo è che si sta un po’ armeggiando con i tempi per la riduzione del deficit (a Spagna, Francia e ad altri è stato dato più tempo per tagliare il deficit pubblico), ma in ultima analisi, la zona euro sta ancora percorrendo la stessa strada politica - solo un po’ più lentamente.

Traduzione italiana a cura di Erika Di Dio. Fonte:OpenEurope

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