La vera questione chiave per l’Europa ora è: da dove verrà la crescita?
Ecco un’idea costruttiva.
Open Europe ha rilasciato oggi un nuovo rapporto che richiede la liberalizzazione del settore dei servizi in tutta Europa, sia attraverso l’attuazione della direttiva sui servizi in corso, ma anche ampliando il campo di applicazione. Il rapporto sostiene che questo potrebbe incrementare il PIL dell’UE di € 300 miliardi e se non potrà essere fatto da tutti i suoi 27 membri, il Regno Unito e i suoi alleati dovrebbero perseguirlo all’insegna di una "cooperazione rafforzata".
Punti chiave del rapporto
- Attuare pienamente l’esistente direttiva sui servizi e attuare un nuovo principio di "paese d’origine", una misura di stimolo commerciale che è stata rimossa quando la direttiva è stata originariamente negoziata, e che consentirebbe di aumentare gli scambi transfrontalieri dell’UE, producendo un aumento permanente al PIL di tutta l’UE fino al 2,3% o di € 294 miliardi, da aggiungere ai € 101 miliardi già conseguiti nell’ambito della direttiva sui servizi (0,8% del PIL dell’UE).
- Nel caso in cui non si riuscisse a trovare un accordo tra i 27 Stati membri, un piccolo gruppo di paesi dell’Unione europea dovrebbe portare avanti tale processo con una maggiore integrazione dei servizi nell’ambito della procedura definita "cooperazione rafforzata" dell’Unione europea, utilizzata per la tassa sulle transazioni finanziarie . Questa è stata un’idea caldeggiata per la prima volta da Mark Rutte, il primo ministro olandese, nel 2011.
- In una lettera "pro-crescita", del febbraio 2012, dodici Stati membri - Regno Unito, Paesi Bassi, Italia, Estonia, Lettonia, Finlandia, Irlanda, Repubblica Ceca, Slovacchia, Spagna, Svezia e Polonia - si sono impegnati ad "aprire i mercati dei servizi".
- Stimiamo che se solo questo gruppo di paesi dovesse liberalizzare completamente il proprio mercato dei servizi, darebbe comunque una spinta duratura al PIL dell’UE fino al 1,17% o € 147.8 miliardi. Se altri paesi, come la Germania, si unissero, i benefici economici aumenterebbero ulteriormente. In definitiva, questa misura dovrebbe servire come trampolino di lancio per raggiungere la liberalizzazione dei servizi per l’intera Unione europea.
Tre benefici
I vantaggi politici di una maggiore liberalizzazione dei servizi sono tre:
- Sarebbe un mezzo positivo, costruttivo, e pro-europeo con cui garantire un continuo impegno nell’UE di paesi non appartenenti all’area euro, in particolare il Regno Unito.
- Fornirebbe un nuovo quadro giuridicamente vincolante per migliorare la competitività e la crescita negli Stati membri dell’Europa meridionale e quindi aumenterebbe le prospettive economiche della zona euro, ma senza spendere un centesimo in più dei soldi dei contribuenti dei paesi del Nord.
- Migliorerebbe la crescita a livello europeo, la competitività e l’occupazione in un momento in cui l’Europa è a rischio di declino economico globale.
| Traduzione italiana a cura di Erika Di Dio. Fonte: OpenEurope |
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