Europee 2019, a chi vanno i voti sotto il 4%?

Isabella Policarpio

27 Maggio 2019 - 16:06

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Europee 2019:+Europa, Europa Verde, Casapound, Partito comunista e altri, non hanno raggiunto la soglia di sbarramento prevista. A chi vanno i voti sotto il 4%?

Europee 2019, a chi vanno i voti sotto il 4%?

Elezioni europee 2019: a chi vanno i voti sotto il 4%?

A poche ore dallo spoglio elettorale, emergono vinti e vincitori delle europee 2019. A trionfare è la Lega, con più del 34% di voti, che si aggiudica 29 seggi in Parlamento europeo; segue il PD al 22% con 20 seggi e il Movimento 5 stelle con il 17% dei voti e 15 europarlamentari.

Per il rinnovo del Parlamento europeo, l’Italia ha adottato un sistema proporzionale puro con soglia di sbarramento al 4%. Dunque, è opportuno chiedersi, che fine fanno i voti ai partiti che hanno ottenuto meno del 4%? Devono essere considerati “persi”?

Anche se votare non è mai inutile, in quanto esercizio diretto della democrazia, i voti al di sotto del 4% non vengono conteggiati e, quindi, non sono utili ai fini della ripartizione dei seggi in Parlamento.

Ma a cosa serve esattamente la soglia di sbarramento? Cerchiamo di spiegarlo in modo chiaro e semplice.

Europee 2019, legge elettorale, soglia di sbarramento e partiti esclusi

Le elezioni europee 2019 si sono appena concluse. Come noto, la Lega di Salvini ha trionfato da Nord a Sud con più del 34% di voti, seguito dal PD con il 22,7%. Male invece per il Movimento 5 stelle, fermo al 17% e per Forza Italia, che ottiene solamente l’8,7%.

Molte altre forze politiche, invece, sono rimaste escluse, in quanto non hanno raggiunto la soglia del 4% e per questo motivo non hanno diritto a nessun seggio tra i 73 previsti per l’Italia.

Ogni Stato membro può liberamente determinare la legge elettorale con la quale procedere alle elezioni europee: l’Italia applica un sistema proporzionale puro, e, come anticipato, una soglia di sbarramento al 4%. In altre parole, i partiti che non raggiungono almeno il 4% dei voti validi vengono automaticamente esclusi dalla ripartizione dei seggi.

Questa è la sorte che è toccata a molti partiti: +Europa di Emma Bonino e Italia in Comune che sono andati oltre il 3.1%; esclusi anche Europa Verde con il 2,3%, La Sinistra con l’1,74%, il Partito Comunista con lo 0,8%, il Popolo della Famiglia con lo 0,43%, Svp con lo 0,54%, Casapound con lo 0,33% e Popolari per l’Italia con appena lo 0,3%.

Qui i Risultati delle elezioni europee 2019.

Europee 2019, a chi vanno i voti sotto il 4%?

Dunque, come abbiamo appena spiegato, i partiti che non raggiungono la soglia minima del 4% di voti i non ottengono nessun seggio, quindi nessun candidato guadagna il diritto di entrare in Parlamento europeo, confluire nei gruppi trans-nazionali e rappresentare idee e proposte del partito di appartenenza.

La soglia di sbarramento alle elezioni europee, precisiamo, non è obbligatoria, ma resta alla discrezionalità di ogni singolo Paese membro. L’Italia la prevede per evitare l’eccessivo frazionamento dei partiti, soluzione che, dall’altro lato, si rivela dannosa per il pluralismo, in quanto comporta la sparizione dei partiti minori. Tuttavia, il Consiglio di Stato ne ha ribadito la legittimità, in quanto pienamente rientrante nella discrezionalità nazionale.

In molti, però, si interrogano su quale sia la concreta utilità della percentuale di sbarramento alle elezioni europee, dato che, le regole interne al Parlamento Ue non richiedono la presenza di una maggioranza per formare il governo (come avviene nel sistema interno).

Quindi, in conclusione, i voti che non raggiungono la soglia del 4% non vengono conteggiati ai fini dell’attribuzione del numero di europarlamentari corrispondente. Naturalmente, precisiamo, esprimere il diritto al voto non è mai inutile in quanto rappresenta in ogni caso una fotografia della situazione politica interna, nonché l’unico vero strumento di democrazia diretta.

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