Verranno qui elencate le previsioni 2013 e 2014 per i principali soggetti a rischio dell’Eurozona. Qualche paese lascerà l’euro? Ci saranno nuovi focolai di tensione? Ecco tutte le risposte.
Previsioni per il 2013
- Grecia: la Grecia rimane nell’Eurozona nel 2013, ma la debolezza dei dati economici, l’instabilità politica e i conflitti sociali portano ad un nuovo scontro tra la Grecia e la troika (BCE, UE e FMI). Come risultato di questo e della paura di pesanti perdite elettorali, l’attuale coalizione resta al suo posto. Questo è un anno cruciale per la Grecia, in quanto consente di verificare se la Grecia uscirà dall’eurozona nel 2014. Il rischio di una uscita è leggermente superiore al rischio attuale, ma è ancora basso rispetto al contesto pre-OMT.
- Spagna: Fino a quando la pressione del mercato rimane ragionevolmente bassa, è improbabile che la Spagna richiederà un programma OMT. La lotta politica intorno allo scandalo della corruzione non cambia sostanzialmente questo ragionamento. La ristrutturazione delle banche procede come da programma con dati economici più deboli che non dovrebbero influire sui progetti di ristrutturazione bancari per il 2013.
- Francia: la crescita delude nel 2013, principalmente per effetto di un consolidamento fiscale, ma, grazie al suo solido potenziale di crescita a lungo termine e alla sua demografia, ai suoi primi sforzi verso le riforme strutturali, e al suo basso rischio politico, il paese non sarà al primo posto nella crisi europea.
- Irlanda:una maggiore competitività e la relativa flessibilità economica forniranno un sostegno alla crescita, ma, data la debolezza della sua economia nazionale e le sue grandi esigenze di finanziamento, l’Irlanda ha ancora bisogno di una qualche forma di sostegno pubblico quando il suo programma terminerà nel 2013. Probabile ulteriore OSI sotto forma di una proroga delle scadenze e potrebbe non essere l’ultimo.
- Portogallo: La crescita continua ad essere al di sotto delle proiezioni, e le crescenti proteste contro le politiche del governo renderanno l’ulteriore austerità e le riforme ancora più difficili. Il programma OMT aiuta a mantenere bassi i rendimenti del Paese, anche se il Portogallo non è attualmente ammissibile per il programma. Il livello del debito del paese raggiunge livelli critici e potenzialmente insostenibili, ma i responsabili politici europei cercano di evitare il Coinvolgimento del settore privato (PSI) per paura del contagio.
- Cipro: La troika alla fine raggiunge un accordo con Cipro, anche se la strada verso questo affare è politicamente disordinata, non ultimo in Germania. Come ha spiegato Nouriel Roubini, la scelta di chi dovrà subire un bailin o un bailout è politicamente difficile. La Grecia soprattutto soffre di una perdita di fiducia durante le trattative e le perdite delle banche, dato il suo coinvolgimento nelle banche cipriote, e necessita ulteriore supporto OSI o ESM.
Previsioni per il 2014 e oltre
Anche se i politici europei continuano a cavarsela oltre il 2013, il panorama politico diventerà sempre più fragile, in quanto il pubblico della periferia inizierà a rendersi conto che la luce alla fine del tunnel porta solo ad una crescita poco brillante, ad una dinamica del debito appena sostenibile e ad un’elevata disoccupazione per un lungo periodo. Nel 2014 potrebbe quindi concretizzarsi uno scenario al ribasso.
- Il successo della strategia politica tedesca e della BCE dipende in modo cruciale dalla capacità di contrastare preventivamente la fragilità politica della periferia con concessioni su riforme o austerità. Tuttavia, mentre i politici sono finora riusciti ad evitare il collasso dell’eurozona, la frustrazione politica della periferia renderà il successo di questa strategia sempre più incerto, e quindi, prevarrà l’incertezza.
- La stagnazione economica e l’alto servizio del debito diventano politicamente difficili da gestire. Gli oneri del debito in Italia, Spagna e Portogallo raggiungono livelli politicamente insostenibili. Necessarie delle ristrutturazioni, che potrebbero essere più "amichevoli", senza l’implicita coercizione vista in Grecia, oppure potrebbero comportare degli haircut. Tuttavia, ciò potrebbe avvenire solo dopo il 2014, quando i responsabili politici europei diventeranno riluttanti a mettere a rischio la stabilità del sistema finanziario europeo.
- Nel nostro scenario base, non dovrebbero verificarsi uscite dall’euro nel 2013-14, anche se sono possibili errori di politica e comunque le minacce di uscita restano presenti, alimentate dalla lotta politica che si evolve tra Italia / Grecia e il resto d’Europa. I vantaggi di una uscita dall’euro sono controversi. Da un lato, rimane un gap considerevole di competitività tra la periferia e il nucleo che un’uscita potrebbe contribuire a superare. Ma il periodo di transizione verso una nuova moneta sarebbe enormemente costoso e la perdita di credibilità porterebbe ad un superamento del tasso di cambio, con una conseguente grande perdita del potere d’acquisto. Inoltre, una parte importante dei problemi della periferia rimane strutturale, e, quindi, non può essere risolta con svalutazioni.
| Traduzione italiana a cura di Erika Di Dio. Fonte: Roubini Global Economics |
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