Euro/Dollaro: il rischio Grexit non spaventa i “buy”

Nicola D’Antuono

15/06/2015

Nonostante il rischio di default della Grecia, con probabile uscita dall’euro, il cambio euro/dollaro resta tonico sopra 1,12. Possibile un nuovo test della resistenza di 1,1450.

Euro/Dollaro: il rischio Grexit non spaventa i “buy”

Il tasso di cambio euro/dollaro EURUSD continua a evidenziare oscillazioni intraday molto violente, sintomo di un nervosismo dilagante tra gli investitori a causa dell’incertezza relativa al futuro della Grecia.

Dopo l’abbandono del tavolo dei negoziati da parte del FMI e i rumors su un piano B della Germania per fronteggiare l’eventuale uscita di Atene dall’euro (Grexit), il cambio euro/dollaro ha continuato a mostrare una volatilità di breve periodo molto elevata ma senza spaventare più di tanto i compratori.

I “buy” restano ancora molto attivi, soprattutto sulle veloci discese del prezzo verso i supporti di area 1,11 – 1,1050.

Nonostante il serio rischio di default della Grecia e la sua possibile uscita dall’euro, la moneta unica sembra non risentirne poi più di tanto mentre sui titoli di stato europei l’avversione al rischio inizia a mostrare segnali piuttosto convincenti.

L’euro resta tonico nei confronti di dollaro, yen e sterlina, mentre sul fronte dei bond è in corso una vera e propria ondata di vendite che ha già colpito pesantemente il Bund (il rendimento del decennale è volato addirittura fin sopra l’1%), ma anche Bonos e BTp. La moneta unica non ha risentito nemmeno delle parole di Angela Merkel, secondo la quale l’euro debole può facilitare il processo di riforme e sostenere la ripresa economica.

Sul forex il tasso di cambio euro/dollaro ha chiuso la scorsa ottava a 1,1264, dopo aver toccato un bottom intraday a 1,1150. Da un punto di vista tecnico appare probabile un nuovo test dei top di periodo posti intorno a 1,1380: in caso di breakout esplosivo di questa zona di resistenza, il cambio andrebbe subito a testare i massimi di metà maggio scorso posti in area 1,1465.

Secondo gli esperti del mercato valutario l’euro non dovrebbe andare oltre quota 1,15 sul dollaro statunitense, altrimenti il piano di quantitative easing della BCE potrebbe non risultare più efficace per contrastare il rischio deflazione e per rilanciare l’attività economica nell’Eurozona.

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