Analisi e vantaggi di costruire un portafoglio attraverso gli ETF, un prodotto sempre più presente nel portafoglio dei gestori.
Quando ci approcciamo ai mercati, indipendentemente che siamo investitori occasionali o gestori professionali, la prima domanda che ci facciamo è sicuramente su quali azioni, obbligazioni andremo a scegliere.
Questa scelta, che sembra molto banale, è però di fondamentale importanza dato che da essa proverranno le nostre fortune o sfortune finanziarie.
Gli investitori che hanno ottiche di medio lungo periodo si affidano direttamente a dei fondi, senza doversi curare della scelta dei singoli titoli, mentre investitori più attivi possono puntare sulla scelta di singoli titoli o future.
Tra Fondi, azioni e obbligazioni non possiamo tenere in considerazione un prodotto che è sempre più utilizzato dagli investitori e offre sempre maggiore efficienza: gli ETF.
Perché scegliere un ETF? I vantaggi
Gli ETF permettono l’accesso agli utenti nei mercati più disparati dove un utente non professionale non si potrebbe mai affacciare senza di essi, vuoi per costi eccessivi o per norme legislative che vietano l’acquisto di determinati prodotti.
Per fare un esempio, basterebbe pensare al mercato corporate e al mercato dei futures. Oramai le emissioni obbligazionarie delle aziende hanno dei tagli minimi di 100.000 euro che escludono ogni piccolo investitore, mentre se consideriamo i futures, tra una normativa più severa che tende a far escludere certi prodotti ad una clientela meno esperta e costi di gestione (commissioni, scarti di garanzia) elevati, il gioco è fatto. Inoltre, offrono una buona copertura dal rischio volatilità dei singoli titoli ma anche la possibilità di copertura del portafoglio, dato che ci sono una buona gamma di ETF Short.
La differenza tra ETF e fondi di investimento classici
Sebbene gli ETF siano a tutti gli effetti dei fondi di investimento, la differenza con quelli classici sta nel fatto che sono quotati su un mercato regolamentare, sono trattati come azioni, molti staccano un dividendo, non hanno tagli minimi per la sottoscrizione e non ci vogliono svariati giorni per una sottoscrizione o riscatto.
Come scegliere un ETF?
In assoluto, vanno guardati i volumi scambiati nel passato perché, anche se nei books è sempre presente un market-maker che fa sia denaro che lettera, è sconsigliato scegliere quelli che hanno pochi scambi o sono pari a zero.
Da tenere a mente è che gli ETF sono essenzialmente dei tracker, quindi dobbiamo guardare la correlazione che vi è tra l’ETF ed l’indice a cui fa riferimento.
Ad esempio, se vogliamo acquistare un ETF sull’indice italiano, dobbiamo accertarci che segua gli stessi movimenti di quest’ultimo.
Altra cosa importantissima da considerare è la valuta del sottostante. Quando, ad esempio, acquistiamo un ETF sul mercato americano, dobbiamo tenere sempre a mente che mentre il primo è quotato in Euro l’altro è quotato in Dollari, quindi le oscillazioni eventuali sul cambio influiranno poi sul nostro prezzo.
Per ovviare a questo “problema”, si stanno affacciando sempre più ETF Hedging, che sterilizzano le oscillazioni valutarie.
Queste due fondamentali, correlazione e valuta del sottostante, sono assolutamente indispensabili da tenere presenti qualora si decidesse di operare con gli ETC, ovvero quegli ETF investono in commodities.
Se invece vogliamo acquistare ETF obbligazionari, più che vedere la correlazione con il benchmark è opportuno fare un analisi dei debitori presenti all’interno, valutare la duration media e il rendimento proprio come se si stesse lavorando con una singola obbligazione.
L’offerta di questi prodotti e l’informativa (composizione portafogli, operatività) è sempre più maggiore e sempre più volta a soddisfare le richieste degli investitori, tant’è vero che questi prodotti entrano sempre più in maniera consistente nei portafogli di molti gestori.
Lo scopo di questo documento è solo puramente informativo. Tale documento non fornisce ne intende fornire nessun consiglio d’investimento
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