Esonero contributivo indebito: l’Inps chiede un incontro con i commercialisti e i consulenti del lavoro per analizzare il fenomeno dell’utilizzo indebito dell’esonero contributivo.
Esonero contributivo indebito: l’Inps chiede un incontro con l’Ordine dei Commercialisti e dei Consulenti del Lavoro per analizzare i motivi dell’utilizzo indebito dell’esonero contributivo previsto per le assuzioni a tempo indeterminato dalla legge 190/2014.
Esonero contributivo indebito: tutti i numeri delle violazioni da parte delle aziende
Dal mese di maggio 2016 l’Inps svolge anche attività di vigilanza documentale per contrastare e prevenire fenomeni elusivi della contribuzione.
Grazie all’incrocio fra banche dati dell’Inps e del Ministero del lavoro sono stati effettuati controlli mirati al rispetto della Legge n.190/2014 che ha introdotto l’esonero contributivo triennale dal versamento dei contributi previdenziali a carico dei datori di lavoro che hanno stipulato contratti di lavoro a tempo indeterminato nel corso del 2015.
I dati hanno rivelato come circa 65.000 aziende avrebbero usufruito indebitamente dell’ esonero contributivo per un totale di circa 113.000 lavoratori.
In particolare circa 53.000 aziende hanno usufruito dell’esonero contributivo sebbene il lavoratore avesse avuto un contratto a tempo indeterminato con altro datore di lavoro nei 6 mesi precedenti.
Le altre 12.000 hanno ottenuto l’esonero contributivo anche se il lavoratore aveva già avuto un contratto a tempo indeterminato nei 3 mesi precedenti l’entrata in vigore della Legge e sempre con la stessa azienda.
L’esonero contributivo può essere stato erogato perchè il lavoratore assunto non ha comunicato all’azienda la precedente assunzione (violazione lieve), oppure perchè l’azienda stessa ha consapevolmente agito per la fruizione dello sgravio (violazione grave).
Esonero contributivo indebito: l’Inps incontra commercialisti e consulenti del lavoro
Per analizzare il fenomeno dell’utilizzo indebito dell’esonero contributivo l’Inps ha convocato una riunione con i Consigli nazionali dei commercialisti e dei consulenti del lavoro.
Dall’indagine svolta dall’Inps risulta infatti che solo l’8% delle imprese che ha commesso violazioni gravi non risulta assistita da alcun professionista mentre il restante numero è stato assistito da consulenti del lavoro o commercialisti.
Come si legge nel comunicato stampa diffuso dall’Inps, su un campione casuale di 148.385 aziende di cui 54.050 hanno usufruito della decontribuzione e 6.026 hanno effettuato dichiarazioni anomale, vi è una correlazione positiva tra la percentuale di anomalie registrate e il numero di commercialisti o consulenti del lavoro.
Per questo motivo il Consiglio nazionale dei commercialisti si è impegnato a lavorare assieme all’Inps per contrastare questo fenomeno.
Il presidente del Consiglio nazionale dei commercialisti, Gerardo Longobardi ha affermato:
Questa collaborazione è volta ad assicurare alle imprese un’assistenza all’insegna del rispetto della legalità e all’identificazione e isolamento di quella minoranza che inquina il lavoro della grande maggioranza dei professionisti che svolge correttamente e onestamente il proprio lavoro.“
Longobardi ha confermato la propria collaborazione attiva con l’Inps nell’azione di monitoraggio e promette rigorosi provvedimenti disciplinari se dovessero emergere comprovate responsabilità da parte degli iscritti.
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