Indipendentemente da chi vincerà le elezioni parlamentari del prossimo weekend, il lungo declino economico in Italia è destinato a proseguire, perché il prossimo governo non sarà abbastanza forte per portare avanti le difficili riforme necessarie per rendere l’economia competitiva.
I banchieri, i diplomatici e gli industriali a Roma e Milano, si disperano per come gli italiani stanno spostando alleanze prima del voto del 24-25 Febbraio e ciò rende ancora più probabile il fatto che nessun blocco avrà la forza politica per affrontare la profonda crisi economica italiana, che l’ha resa una delle economie più lente d’Europa degli ultimi due decenni.
I sondaggi finali prevedono che il voto consegnerà una maggioranza per una coalizione di centro sinistra, che governerà in alleanza con l’ex primo ministro tecnocrate Mario Monti. Eurasia Group assegna a questo scenario un 50-60% di probabilità.
Rischi economici
Ma in Italia le elezioni per entrambe le camere del parlamento hanno il potenziale per far ricadere la zona euro di nuovo in instabilità se l’esito non produrrà tale risultato.
Il cast variopinto dei candidati comprende il magnate dei media Silvio Berlusconi, uno degli uomini più ricchi del mondo, l’occhialuto accademico Monti, il comico anti-establishment Beppe Grillo, e Nichi Vendola, un ex comunista poeta che viene dalla Puglia.
Gli investitori hanno finora assunto una posizione rilassata, basandosi sui sondaggi prodotti fino al termine di legge fissato per lo scorso 10 Febbraio.
Uno dei migliori indicatori del fatto che non sono preoccupati: il rendimento delle obbligazioni benchmark (di riferimento) italiane a 10 anni, che hanno superato il 6% durante i peggiori momenti politici del paese nel 2011, sono ora intorno al 4,4%, quasi un punto percentuale in meno rispetto alla Spagna.
Le azioni italiane sono state sostanzialmente in linea con il più ampio mercato europeo da Gennaio, nonostante le elezioni e l’ondata di scandali che ha travolto diversi gruppi italiani.
Cosa succederà?
Ma gli osservatori in Italia sono sempre più nervosi che il roseo scenario elettorale preferito dagli investitori potrebbe non funzionare.
Un elettorato stanco, arrabbiato per la corruzione politica, la cattiva gestione economica e una crisi nazionale che ha impoverito un socio del club dei G7 una volta ricco, potrebbe produrre una sorpresa.
Pier Luigi Bersani, il portabandiera del centro-sinistra, è un ex ministro degno, ma poco brillante, il cui partito è stato collegato ad uno scandalo bancario nella città medievale toscana di Siena. Il supporto per il suo partito sembra stia ormai svanendo.
Gli avversari si sono attaccati al fatto che la banca in difficoltà, Monte dei Paschi, fosse gestita da una fondazione dominata da nomine politiche del centro-sinistra e hanno accusato il partito di Bersani di presiedere una debacle che costerà ai contribuenti centinaia di milioni di euro.
| Traduzione italiana a cura di Erika Di Dio. Fonte: Cnbc |
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