Egitto in crisi valutaria, sterlina egiziana perde oltre il 30%

Riccardo Magalotti

10 Novembre 2016 - 09:44

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Egitto colpito dalla crisi valutaria, la sterlina egiziana perde oltre un terzo in un solo giorno. Probabili ulteriori deprezzamenti.

Egitto in crisi valutaria, sterlina egiziana perde oltre il 30%

È l’Egitto l’ultimo paese emergente ad essere stato colpito dalla crisi valutaria, in precedenza Venezuela, Messico, Turchia e Sud Africa avevano già fatto la stessa fine.
Occhi puntati su settore petrolifero e costruzioni i quali hanno subito perdite pari alla svalutazione monetaria. Molte anche le aziende italiane coinvolte dal crollo del valore della sterlina egiziana.

Perché la sterlina egiziana è in svalutazione

La svalutazione che ha colpito la sterlina egiziana ha colto di sorpresa tutti. Solo gli addetti ai lavori avevano previsto il collasso ritenendo l’attuale situazione economica ormai insostenibile. Molte le aziende straniere coinvolte, specialmente chi opera attivamente nel Paese con attività legate al settore petrolifero e delle costruzioni come Eni, Cementir e Italcementi.

In un solo giorno la valuta egiziana ha perso oltre il 30% del suo valore nel cambio verso il dollaro, passando da 8,9 a 15,5. La motivazione data dagli operatori è che il cambio al mercato nero era andato già oltre questo livello, ragione per cui è lecito aspettarsi ulteriori perdite nei prossimi giorni.

Le merci stavano già sparendo dai negozi da alcuni giorni, in particolare i beni di prima necessità. Il prezzo della farina è immediatamente raddoppiato, ma nonostante ciò si fatica a trovarla in quanto i negozianti stanno sperando in ulteriori rialzi. Si prevede un ulteriore rialzo anche per l’inflazione, già al 14% annuo, la quale eroderà ulteriormente il potere d’acquisto delle classi più deboli.

Unica ancora di salvataggio contro la svalutazione monetaria è la detenzione di dollari, che però continuano a scarseggiare. Le banche non sono intenzionate a vendere le proprie riserve, mentre i cittadini che possiedono dollari statunitensi tendono a nasconderli convinti che sia l’unico modo per proteggersi da un ulteriore innalzamento dell’inflazione.

Anche il prezzo del carburante, precedentemente sotto il controllo del governo, è cresciuto del 45%. Tale aumento inciderà notevolmente sulla propensione al consumo di una popolazione abituata ormai al controllo dei prezzi da parte dello stato.

Quali conseguenze dalla svalutazione della sterlina egiziana?

La decisione presa dalla banca centrale egiziana punta ad arginare una crisi ormai incombente ed a riequilibrare il mercato valutario favorendo gli acquisti di valuta estera. Ulteriore implicazione è l’accordo con il fondo monetario internazionale per la concessione di un prestito da 12 miliardi al fine di arginare un crollo economico che porterebbe a rivolte popolari e destabilizzazioni sociali.

La banca centrale con questa manovra spera in un rafforzamento sulla fiducia dell’economia egiziana che porti alla stabilità dei mercati ed alla riduzione di un tasso di inflazione in costante crescita.

Dal punto di vista estero però la manovra è fortemente penalizzante per le aziende con investimenti in Egitto. A risultare danneggiate non saranno solo le grandi imprese come Eni, Cementir e Italcementi, ma anche le tante aziende di piccole-medie dimensioni le quali hanno già visto i loro investimenti compromettersi dopo le crisi di Tunisia e Libia.

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