ETF o fondi, qual è la strategia più adatta? Gli investitori scelgono il mix

Vittoria Patanè

18/02/2013

ETF o fondi, qual è la strategia più adatta? Gli investitori scelgono il mix

La storica contrapposizione tra gestioni attive e strumenti passivi negli ultimi tempi sta sempre più venendo meno e gli investitori dimostrano di preferire una combinazione delle due strategie, mixando nel loro portafogli entrambe le caratteristiche.

A far crollare le barriere tra gestione tradizionale e attiva ci ha pensato la normativa europea Ucits III, e adesso i risparmiatori stanno modificando non solo il rapporto tra intermediario e cliente, ma anche le modalità di investimento.

La strategia è la cosa più importante

Questo non vuol dire che non ci siano più investitori che preferiscono essere solo attivi o solo passivi, ma un numero sempre più ampio di essi preferisce cambiare la tradizionale strategia di investimento e combinare le due cose.

Uno studio di iShares dimostra quanto appena detto: su un campione di 35 società che gestiscono quasi 2.400 miliardi di euro, il 30% preferisce un gestione attiva, un altro 45% considera l’asset allocation come fattore principale e il veicolo secondario, mentre il restante 25% utilizza il mix.

Ci sono coloro che preferiscono gli ETF allo scopo di esporsi agli indici generali, cercando però i gestori attivi per aggiungere valore. Altri invece fanno l’opposto, investendo sui mercati più liquidi usufruendo dei consigli di un fund manager e distaccandosi dagli indici di riferimento.

I risparmiatori hanno insomma cambiato rotta e ciò che conta non è più lo strumento su cui si investe (fondo, ETF, ecc.), ma la strategia più adatta alle proprie esigenze.

Il mercato è cambiato

Il mercato finanziario è cambiato e in molti parlano di financial repression per descrivere uno scenario di tassi di interesse dei titoli di stato inferiori alla crescita (è il caso di Stati Uniti e Germania), che è anche un modo per far pagare ai risparmiatori il debito pubblico.

La sicurezza non è quindi più legata alla stabilità dei prezzi, bensì al potere d’acquisto.Ciò comporta che gli investitori debbano porsi come obiettivo il rendimento reale e comportarsi di conseguenza.

Insomma, la strada dell’integrazione è già iniziata, adesso non si dovrà far altro che scegliere la metodologia più giusta per continuare e gestire entrambe le cose allo scopo di arrivare al maggior guadagno possibile.

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