Investimento: è ora di scommettere sull’India - Wells Fargo

Fiammetta Rubini

24 Febbraio 2016 - 15:51

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Questo potrebbe essere il momento giusto per scommettere sul più forte dei mercati emergenti: l’India. Vediamo perché.

Investimento: è ora di scommettere sull’India - Wells Fargo

In questo momento scommettere sui mercati emergenti, in particolare sull’India, potrebbe essere la mossa giusta secondo l’analisi di Brian Jacobsen di Wells Fargo.

Il petrolio, la Cina e la crisi del Sudest asiatico spaventano gli investitori all’inizio dell’anno, ma questi fattori potrebbero diventare presto dei catalizzatori di crescita.

Nel fine settimana la Cina ha annunciato che Xiao Gang, vicepresidente della China Securities Regulatory Commission (Csrc), è stato rimosso dall’incarico. Questa decisione è stata presa in seguito alle aspre polemiche sulla sua politica di gestione, che ha condotto il mercato cinese in una spirale di volatilità.

Inoltre, le preoccupazioni dei mercati sono diminuite in seguito sia alla decisione di alcuni Paesi appartenenti all’OPEC di “congelare” la produzione di petrolio che ai dati di Baker Hughes secondo cui gli impianti di trivellazioni petroliferi sono in discesa.

Ancora, il rapporto dell’Agenzia internazionale dell’energia (AIE) diffuso lunedì prevede un calo della produzione di shale oil negli Stati Uniti: per il 2016 la contrazione è stimata in 600mila barili al giorno.
Questa notizia ha convinto i mercati USA, nei giorni scorsi, a spingere il rialzo dei prezzi del petrolio.

Brian Jacobsen, chief portfolio startegist presso Wells Fargo Advantage Funds, fa notare che le materie prime hanno segnato ormai nuovi minimi e che la Federal Reserve non rialzerà i tassi d’interesse quanto sperato quest’anno, per cui gli investitori potrebbero decidere di investire puntando sui mercati emergenti.

“Al di fuori del panorama americano, punterei sull’India, tra i Paesi che offrono maggiori opportunità, o anche sulle nazioni europee emergenti”

ha detto, aggiungendo che il bilancio che l’India renderà noto alla fine di febbraio potrebbe essere un incentivo che andrà a favorire il mercato interno del paese.

Continua Jacobsen:

“Uno dei motivi per cui l’India è stata trascinata verso il basso insieme ad altre economie di mercati emergenti è stato l’averle incollato l’etichettata di “mercato emergente”. Quella indiana è un’economia in rapida crescita, più orientata ai servizi, e dovrebbe beneficiare del commercio delle commodities”.

Mentre Jacobsen parla di mercati emergenti, gli analisti si preoccupano della crescita mondiale nonostante qualche timido segnale di stabilizzazione in corso.

Jacobsen pensa che gli Stati Uniti abbiano un 14-15% di possibilità di entrare in recessione, e che i timori sulla crescita mondiale siano legati al calo dei prezzi delle materie prime e alle politiche di austerità in Europa.

“Penso che se questi ‘venti contrari’ cominceranno a cambiare direzione, la crescita economica potrà accelerare il suo corso”

, ha concluso.

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