Dimissioni Shinzo Abe: quali conseguenze per i mercati?

Martino Grassi

28 Agosto 2020 - 20:58

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Quali saranno le conseguenze delle dimissioni del primo ministro Shinzo Abe sui mercati e cosa bisogna aspettarsi dal suo successore?

Dimissioni Shinzo Abe: quali conseguenze per i mercati?

Il primo ministro giapponese, Shinzo Abe, ha annunciato a sorpresa di volersi dimettere dopo un peggioramento delle sue condizioni di salute, per il momento resterà in carica almeno fino a quando non sarà trovato un successore dal partito liberal democratico. La dimissione del primo ministro comporterà delle conseguenze anche sui mercati?

Già dalle prime dopo la diffusione della notizia l’indice Nikkei 225 ha chiuso in ribasso dell’1,4%, mentre il Topix ha registrato un ribasso dello 0,7%. Dopo la conferma della notizia lo yen è salito, attestandosi a 105,47 contro il dollaro.

Le politiche economiche di Shinzo Abe

Fin dal 2012 il primo ministro giapponese ha voluto rilanciare l’economia del Paese attraverso una manovra economica definita Abenomics, che è stata in grado di un nuovo impulso all’occupazione mettendo fine a 20 anni di deflazione che hanno colpito il Giappone. Adesso gli analisti si aspettano che le politiche attuate in passato sa Abe verranno continuate come confermato anche da Peter McCallum, stratega dei tassi alla Mizuho International, alla CNBC:

“Il quadro di Abenomics e la politica monetaria (della Banca del Giappone) rimarranno probabilmente invariati nonostante il PM Abe abbia dato il via libera. Vediamo un po’ di vantaggio per il Nikkei 225, ma sconsigliamo di vendere titoli sulla base di questa notizia, anche se i titoli di Stato giapponesi potrebbero rimanere deboli almeno fino a quando non entrerà in carica un nuovo primo ministro”.

Nel mentre anche il dollaro statunitense diminuito dello 0,6% rispetto ad un paniere di valute, come conseguenza dei tassi di interesse più bassi per gli Stati dopo l’annuncio di Abe. Robert Carnell, responsabile regionale della ricerca di ING per l’Asia-Pacifico ha aggiunto che c’è ancora molto da fare per far riprendere il Giappone dopo il crollo economico subito a causa della pandemia, e la notizia delle dimissioni del primo ministro non ha reso più semplice questa situazione.

Carnell ha inoltre precisato che la politica abenomica basata su un sostanzioso sostegno fiscale e monetario potrebbe non aver raggiunto i suoi obiettivi, ma non è nemmeno stato un fallimento dati i progressi del Giappone sotto la guida di Abe. Politiche che tuttavia hanno subito molte critiche, alcuni esperti infatti sostengono che il primo ministro non sia stato in grado di apportare dei cambiamenti duraturi nell’economia giapponese, già appesantita da una bassa produttività e da un invecchiamento della popolazione.

I possibili scenari futuri

Già nel 2007 il primo ministro giapponese aveva annunciato le sue dimissioni e quello che si teme adesso dopo la diffusione della notizia del suo abbandono è una vera e propria corsa alla leadership dal momento che il suo successore resterà in carica fino al termine del suo mandato. Martin Schulz, capo economista del Fujitsu Research Institute, ha dichiarato:

“Non sappiamo chi succederà al signor Abe a settembre, quindi è chiaro che le politiche sono ancora nell’aria. Ma quello che sappiamo è che il tipo di economia che abbiamo avuto, con un allentamento monetario quantitativo molto forte, con una politica fiscale rilassate con piccole e coraggiose micro riforme continueranno quasi con una probabilità del 100%”.

Dagli analisti dunque non sembra che verranno attuate delle riforme strutturali, e con molta probabilità ci sarà un proseguimento nella stessa direzione di Abe.

Le conseguenze sui mercati asiatici

Le dimissioni del primo ministro giapponese sembrano aver avuto delle conseguenze anche su tutti gli altri mercati asiatici: l’indice Kospi della Corea del Sud e l’indice Hang Seng di Hong Kong hanno chiuso leggermente in rialzo. Anche le azioni cinesi hanno riportato una crescita, il composito di Shanghai è aumentato dell’1,6%, mentre quello di Shenzhen ha guadagnato il 2%.

Il successore del primo ministro sarà scelto all’interno del partito LDP, lo stesso di Abe, e proprio per questo motivo è facile presumere che non avverrà un cambio di rotta rispetto al passato, inoltre, grazie ad un opposizione debole e frammentata, il successore di Abe dovrebbe essere in grado di vincere con estrema facilità durante le prossime elezioni.

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