La crisi di governo che si aprirà con le dimissioni di Matteo Renzi rischia di mandare a monte diverse leggi che non hanno ancora completato l’iter parlamentare. Ecco quali sono.
Il Senato, con 173 voti favorevoli, ha dato il suo via libera alla legge di Bilancio. La necessità di velocizzare le dimissioni del premier Matteo Renzi e l’apertura della crisi di governo ha fatto sì che fossero lasciati dei capitoli in sospeso.
Tre le questioni sollevate dalla Camera che non sono state affrontate da Palazzo Madama, troviamo:
- l’estensione del bonus edilizio anche ai proprietari incapienti;
- il taglio del 30% delle slot machine presenti nei bar e nelle tabaccherie;
- la ripartizione del fondo da 3 miliardi per gli enti locali;
- la stabilizzazione di 350 precari dell’Istat e gli interventi sugli organici di Montecitorio.
Dimissioni Renzi: a rischio parte del Jobs Act e riforma processo penale
La crisi di governo rischia di mandare a monte anche altri provvedimenti, alcuni dei quali sono da tempo impantanati nella palude del Parlamento.
E’ il caso della legge sulla legalizzazione della cannabis, della riforma del processo penale (destinata a slittare all’anno prossimo), della legge sul Cyberbullismo, di quella sul doppio cognome, e della riforma del collocamento, che costituisce la seconda “gamba” del Jobs Act. Ma non solo.
Potrebbero non arrivare mai a compimento iniziative come quella sullo ius soli - ovvero il diritto di cittadinanza per i figli nati in Italia da genitori stranieri -, le leggi ambientali sulla salvaguardia dei parchi, sul consumo di suolo e sulla tutela dei piccoli borghi, nonché il Patto per Roma, che avrebbe dovuto portare 2 miliardi nelle casse del Comune amministrato da Virginia Raggi.
Dimissioni Renzi: gli altri provvedimenti che potrebbero saltare
Tra i dossier più spinosi che il Parlamento e il nuovo esecutivo dovranno affrontare, figurano la norma sui furbetti del cartellino contenuta nella legge Madia (dichiarata incostituzionale dalla Consulta lo scorso 24 novembre), il testo unico sul pubblico impiego, il ddl concorrenza e la riforma delle banche popolari.
Quest’ultimo fronte è stato aperto dal Consiglio di Stato, il quale ha recentemente stoppato l’iter di attuazione del provvedimento, ritenendo legittimi i dubbi sulla sua costituzionalità sollevati da alcuni soci e associazioni.
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