Il Decreto Sicurezza limita il diritto di manifestare: reintrodotto il reato di blocco stradale

Isabella Policarpio

27/02/2019

27/02/2019 - 10:23

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Il Decreto Sicurezza contiene una norma che potrebbe compromettere il diritto di manifestare: reintrodotto il reato di blocco stradale. C’è chi parla di eccesso di autoritarismo.

Il Decreto Sicurezza limita il diritto di manifestare: reintrodotto il reato di blocco stradale

Tra le diverse novità previste dal Decreto Sicurezza, c’è la reintroduzione del reato di blocco stradale che punisce con la reclusione fino a 6 anni chiunque impedisce, ostruisce o limita la libera circolazione dei veicoli.

Molti giuristi hanno accusato tale disposizione di “eccesso di autoritarismo” in quanto la circostanza di reato si estende anche ai casi di picchettaggio e assembramento, tipiche modalità di espressione del diritto di manifestare.

Chi commette il reato di blocco stradale è punito con la reclusione da 1 a 6 anni a cui si aggiunge il sequestro e la confisca del veicolo, nonché la possibilità di procedere all’arresto immediato in caso di flagranza di reato.

Decreto Sicurezza: perché si parla di eccesso di autoritarismo

In pochi lo avranno notato, ma il Decreto Sicurezza, precisamente all’articolo 23, ha reintrodotto il reato di blocco stradale che era stato depenalizzato nel 1999. Il reato si riferisce a chiunque blocca, ostruisce o ingombra la circolazione stradale. La norma è indirizzata ai c.d “assembramenti”, ovvero le riunioni occasionali di persone che si incontrano per protestare e, quindi, sembra essere una chiara limitazione del diritto di manifestare.

Il reato di blocco stradale è stato giustificato dal Ministro Salvini con la necessità di fronteggiare tutti gli episodi che compromettono la sicurezza dei trasporti e la libera circolazione dei veicoli ma, secondo il parere di molti giuristi, sarebbe invece finalizzata a punire con l’arresto chi si riunisce in strada per manifestare o “picchetta” fuori le fabbriche, le scuole o le istituzioni.

Per questa ragione, Antonello Ciervo dell’Asgi (Associazione Studi Giuridici sull’Immigrazione), e non solo, accusano il Decreto Sicurezza di eccesso di autoritarismo.

Blocco stradale: quali sono le condotte punite?

L’articolo 23 del Decreto Sicurezza prevede due diverse condotte di blocco stradale:

  • depositare o abbandonare congegni o altro su una strada pubblica, ordinaria o ferrata;
  • ostruire o ingombrare una strada in qualsiasi modo.

Chi commette il reato di blocco stradale è punito con la reclusione da 1 a 6 anni, con la possibilità di una pena raddoppiata se il reato è commesso con violenza, minaccia o da più persone riunite.

Invece, chi ostruisce o impedisce la circolazione stradale con il proprio corpo è punito con una sanzione amministrativa: la multa da 1.000 euro fino a 4.000 euro.

Se il blocco stradale si inserisce nel quadro di una manifestazione, organizzata o spontanea, la disciplina penale prevede le medesime sanzioni anche per gli organizzatori o i promotori della manifestazione.

Arresto in flagranza e sequestro del veicolo

Il nuovo reato di blocco stradale, che vieta i picchetti e gli assembramenti che limitano la circolazione dei veicoli, prevede anche la possibilità di procedere l’arresto in flagranza. Tuttavia, come sottolineato dal provvedimento, questa misura precautelare deve essere opportunamente valutata sulla base di un impedimento concreto della libera circolazione dei veicoli.

Inoltre, quando le Forze dell’ordine lo ritengono opportuno, sarà disposto il sequestro e la confisca amministrativa del veicolo con il quale la condotta è stata portata a termine.

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