Decreto Reddito di cittadinanza e Quota 100: il sì del Senato

Isabella Policarpio

27 Febbraio 2019 - 17:24

Il Senato ha approvato il Decreto su Reddito di cittadinanza e Quota 100, senza apportare modifiche rilevanti al testo. Adesso la palla passa alla Camera dei Deputati.

Decreto Reddito di cittadinanza e Quota 100: il sì del Senato

Il Decreto su Reddito di cittadinanza e Pensioni Quota 100 ha ottenuto l’approvazione del Senato con 149 sì, 110 no e 4 astenuti, senza modifiche rilevanti.

Il testo del Decreto è stato approvato in prima lettura; per la conversione in legge bisognerà aspettare l’esame della Camera dei Deputati, dove saranno apportate le ultime correzioni.

Tra le novità introdotte in ambito di Reddito di cittadinanza, più attenzione alla tutela della privacy e maggiori accorgimenti contro i “furbetti”.

Approvato in Senato il Decreto su Rdc e Quota 100

Con 149 voti a favore e 110 contrari, il Decreto su Reddito di cittadinanza e Pensioni Quota 100 è stato approvato dal Senato senza grosse modifiche.

Per l’approvazione definitiva bisognerà aspettare l’esame della Camera dei Deputati, che ha già preannunciato la volontà di apportare delle modifiche su alcuni temi caldi, in particolare riguardo la tutela delle famiglie con minori e disabili a carico.

Tra le novità introdotte in sede di approvazione, per quanto riguarda il Rdc, c’è un rafforzamento delle misure anti “furbetti” - su spinta della Lega - ed anche una maggiore attenzione alla tutela della privacy e dei dati sensibili, in risposta alle critiche ricevute dal Garante della privacy nei giorni precedenti.

Reddito di cittadinanza: cosa dice il Decreto

Con riguardo al Reddito di cittadinanza, il Decreto conferma alcune iniziative provenienti dalla Lega, soprattutto in ambito di separazione/divorzio. Nello specifico, il testo approvato prevede che in caso di separazione o divorzio avvenuti dopo il 1° settembre 2018, gli ex coniugi che vogliono beneficiare del Reddito di cittadinanza devono provare di non risiedere più nella stessa casa. La polizia municipale avrà cura di mettere a verbale la certificazione di non residenza.

Invece, per quanto riguarda gli immigrati, il Rdc sarà subordinato alla consegna di appositi certificati provenienti dal Paese di origine, muniti di traduzione ufficiale in italiano, dove il richiedente dovrà dimostrare di non avere condanne pendenti per truffa, terrorismo ed altri reati minori.

Inoltre, sono previste maxi sanzioni per i datori di lavoro che si avvalgono del lavoro in nero di persone che beneficiano del Rdc. Per quanto riguarda l’obbligo di accettare un’offerta lavorativa, questo scatterà solo se il salario proposto è di almeno 858 euro al mese.

Previdenza e pensioni

In tema di pensioni e previdenza sociale, è stato confermato un emendamento, approvato dalla Commissione lavoro, che prevede la sospensione della pensione a chi ha ricevuto una condanna per:

  • reati di associazione mafiosa;
  • terrorismo;
  • ogni altro delitto per il quale il giudice ha emesso una condanna non inferiore a 2 anni di reclusione.

Altra modifica riguarda l’innalzamento della cifra massima del TFS/TRF (Trattamento di fine servizio/Trattamento di fine rapporto) per i dipendenti pubblici: da 30.000 euro a 45.000 euro. Potranno beneficiare dell’anticipo anche i dipendenti pubblici che sono cessati dal servizio prima del 29 gennaio 2019.

Gli ammortizzatori sociali

Il Decreto approvato in Senato investe anche alcune misure riguardo gli ammortizzatori sociali; in particolare viene disposta la proroga di un anno - fino al 2020 - alla Cassa integrazione straordinaria prevista in casi di crisi e riorganizzazione aziendale.

Inoltre, il Decreto ammette la possibilità di erogare acconti Cigs della durata di 6 mesi in favore delle aziende ubicate in territori soggetti a recessione economica e con un numero di addetti superiore a 500. Questa misura viene disposta per rispondere alla difficoltà di accedere ai finanziamenti e di implementare azioni di riorganizzazione aziendale.

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