Ddl acqua pubblica: cosa cambia? Le principali novità del testo di legge

Giulia Adonopoulos

21/04/2016

Il disegno di legge sull’acqua passa alla Camera, ma è polemica. Cosa cambia esattamente? Ecco le novità contenute nell’ultimo testo di legge sulla gestione pubblica delle acque.

Ddl acqua pubblica: cosa cambia? Le principali novità del testo di legge

La proposta di legge sull’acqua ha il via libera della Camera, ma con qualche novità rispetto a prima. Questo cosa significa? Ecco spiegato in modo semplice come cambia la gestione del servizio idrico pubblico.

Tra proteste e bagarre in aula il ddl acqua è passato alla Camera con 243 sì, 129 contrari e 2 astenuti, e passa ora all’esame del Senato. A osteggiare la proposta di legge sono stati il M5S e la Sinistra italiana, secondo i quali si tratta di un provvedimento che apre la strada ai privati e che non rispetta quella che fu la scelta di cittadini al referendum sull’acqua del 2011.

Il testo di legge introduce nuove norme sulla gestione, la pianificazione e il finanziamento del servizio idrico integrato, istituisce un fondo nazionale di solidarietà internazionale a favore delle aree più povere del pianeta, e va a garantire il diritto a un quantitativo minimo di acqua anche a chi è in ritardo con i pagamenti della bolletta.

Le novità sembrano positive, allora perché i deputati 5 Stelle si sono sollevati al grido “L’acqua è pubblica e non si vende”? Cosa prevede il testo di legge sulla gestione dell’acqua?

Ddl acqua approvato: cosa cambia? Differenze con il testo di legge originale

In linea generale i punti salienti degli obiettivi del ddl acqua nella sua presentazione originaria (ovvero quelli per cui gli italiani hanno votato Sì) giravano intorno alla totale ripubblicizzazione del servizio idrico e sostenevano:

  • il riconoscimento del diritto all’acqua come diritto umano universale;
  • la tutela del patrimonio idrico come bene comune pubblico inalienabile, gestito, al di fuori delle regole di mercato, sotto la competenza di un unico ente pubblico (il Ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare);
  • una più ampia discrezionalità dei cittadini rispetto alla gestione del servizio idrico;
  • l’uso responsabile delle risorse idriche, finalizzato a una sana relazione tra acqua, agricoltura, alimentazione, salute ed energia.

A questo link trovate il testo del progetto di legge presentato a marzo 2014

Il testo passato alla Camera, modificato dalla commissione Ambiente e dell’assemblea, stabilisce che “il servizio idrico integrativo sia considerato un servizio pubblico locale di interesse economico generale assicurato alla collettività, che può essere affidato anche in via diretta a società interamente pubbliche in possesso dei requisiti prescritti dall’ordinamento europeo per la gestione in house, comunque partecipate da tutti gli enti locali ricadenti nell’Ato (Ambito territoriale ottimale)”.

Qual è il pomo della discordia? Ebbene, nel testo iniziale l’affidamento della gestione in house dell’acqua prevedeva la parola “prioritariamente”, ora eliminata dall’emendamento approvato in aula.

“L’acqua secondo il PD è chiaramente a gestione privata! È Il solito teatrino del Pd che sosteneva in questo modo di rispettare la volontà popolare e invece oggi ha calato la maschera”,

hanno detto i deputati della commissione Ambiente del M5S alla Camera.

Ddl acqua: le novità del nuovo testo di legge

Il segretario di Possibile Pippo Civati parla di “tradimento” della volontà popolare, facendo presente che la proposta di legge così pensata non rispetta il referendum del 2011, ovvero “il più partecipato degli ultimi 15 anni”.

Ecco le novità contenute nel nuovo ddl approvato dalla Camera:

1) L’acqua è un bene di rilevanza economica
Il servizio idrico diventa di interesse economico e smette di essere qualificato come servizio pubblico privo di rilevanza economica, sottratto alla libera concorrenza e realizzato senza fini di lucro.

2) Gestione non obbligatoriamente pubblica
Gestione ed erogazione del servizio possono essere nelle mani dello stesso soggetto (anche società di capitale quotate in borsa), acquedotti, fognature, impianti di depurazione e altre infrastrutture non sono affidate necessariamente a organi di diritto pubblico.

3) Concessioni per uso differente da quello potabile
Le concessioni al prelievo e le autorizzazioni allo scarico per usi differenti da quello potabile, che nel ddl originale erano revocabili dall’autorità competente anche prima della loro scadenza e assolutamente non rinnovabili, vengono ora rimesse a un decreto legislativo da adottare entro il 31 dicembre 2016 e sul quale sarà importante vigilare.

4) Consumo minimo garantito anche se si è morosi
A tutti i cittadini viene garantito il quantitativo minimo vitale giornaliero di acqua potabile fissato in 50 litri a persona e assicurati anche in caso di morosità. Il recupero dei minori introiti sarà garantito agendo sulla tariffa a partire dal consumo eccedente i 50 litri. Dovranno comunque essere installati contatori per il consumo in ogni singola abitazione, attività produttiva o commerciale, favorendo la tele-lettura attraverso la rete elettrica.

5) Bolletta dell’acqua più trasparente
Ci sarà l’obbligo di evidenziare i parametri di qualità dell’acqua, la percentuale media delle perdite idriche delle reti e i dati relativi agli investimenti sulle reti degli acquedotti, delle fognature e dei depuratori.

6) Finanziamenti internazionali per i paesi poveri
Il contributo di un centesimo per bottiglia di acqua minerale, in materiale plastico, andrà a sostenere progetti di cooperazione per l’accesso all’acqua potabile e ai servizi igienico-sanitari finanziati dal Fondo nazionale di solidarietà internazionale.

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